Prima manche

Di Tullio-Battaglia, confronto tra sorrisi e stoccate: “Serve concretezza”, “No, serve futuro” fotogallery

Sintonia sullo sviluppo della città, meno sui temi "scottanti". E nella bagarre finiscono anche i "compagni di squadra" dei due sfidanti

Savona. Animi tutto sommato distesi e soddisfatti al termine del primo confronto pubblico tra Cristina Battaglia e Livio Di Tullio, i due sfidanti alle primarie del Pd per la candidatura a sindaco di Savona. Un confronto che si è aperto e chiuso in modo “british”, con sorrisi, strette di mano ed un fiore donato dal vicesindaco alla “rivale”, ma nel quale non sono mancati i momenti di tensione e le punzecchiature, da una parte e dall’altra.

Se la prima sfida, quella delle firme, aveva premiato in modo incontestabile Battaglia, difficile stabilire il vincitore del match di ieri sera, anche se il veloce “exit poll” di IVG all’uscita della Sala Rossa (nel video qui sotto), tra indecisi e bipartisan, pende leggermente verso la candidata proposta da Fulvio Briano. Già prima del faccia a faccia Di Tullio ammetteva lo svantaggio: “Certo che è forte, Cristina è molto appoggiata dal partito, da ex sindaci, dal sindaco uscente… io continuerò a parlare con i cittadini, il 3 aprile vedremo”.

In sala i due hanno dato vita a un confronto tutto sommato equilibrato, con applausi da una fazione e dall’altra. Se su alcuni temi, soprattutto riguardanti lo sviluppo futuro della città, tra i candidati è emersa sintonia di vedute, le scaramucce sono arrivate soprattutto quando si è trattato di valutare l’operato degli ultimi anni. Margonara e Bitume hanno messo sulla graticola Di Tullio, che a sua volta ha più volte tentato di mettere in difficoltà la sfidante puntando sul suo ruolo in Regione.

E non sono mancate le frecciate ai rispettivi compagni di squadra. Battaglia ha attaccato Sergio Lugaro, l’assessore ai quartieri (“il mio non starà mai qui in Comune, sarà sempre in giro”); lui, che in sala ha replicato con un sorriso, si è poi sfogato su Facebook al termine della serata (“Questa affermazione qualifica non chi l’ha detta ma chi funge da suggeritore da dietro le quinte. Le vecchie quinte…”). Di Tullio dal canto suo se l’è presa con alcuni sostenitori dell’avversaria, come Carlo Ruggeri o Lorena Rambaudi (“politici che mantengono poltrone anche al termine dei loro mandati amministrativi”) e soprattutto con uno stizzito Luca Martino, assessore uscente al Bilancio (“su certi temi ci vuole più trasparenza”), il quale ha replicato con un polemico e plateale applauso dopo la replica di Battaglia (“tu eri vicesindaco, le cose le devi sapere”).

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All’uscita c’è soddisfazione da entrambe le parti in causa. Tra Battaglia e Di Tullio sono sorrisi e abbracci, anche se il vicesindaco non rinuncia ad un’ultima stoccata nel corso delle interviste di rito: “Credo che bisogna essere molto più concreti in questo momento, le cose di cui ha parlato Cristina stasera sono importanti e da fare ma non sono le priorità in questo momento. Le priorità sono quelle che ho proposto io, forse più semplicemente ma certamente in modo molto più concreto”. Battaglia non ci sta: “Serve un progetto di città che guardi al quotidiano ma anche al futuro, e questo necessariamente passa attraverso la capacità di relazionarsi a livello regionale ed europeo. Altrimenti i soldi non arrivano e la città non si sviluppa“.

Palla al centro, si torna a giocare nelle piazze e nei circoli. Il vincitore si capirà davvero solo il 3 aprile, quando si voterà per le primarie. Nessuno dei due candidati teme “pasticci” come quelli di Napoli (Di Tullio: “A Savona siamo persone organizzate, serie, perbene. Queste cose non succederanno”). Quanto al futuro, Battaglia promette “rapporti più facili con la Regione” (“ho rapporti storici, posso facilitarli”), Di Tullio guarda invece alle elezioni imminenti: “Se vince Battaglia io non sarò vicesindaco, ma sarò pancia a terra per farle vincere le elezioni. Se vincerò io Battaglia vicesindaco? Non lo so, deciderà lei”.

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