A savona

Contromano in sella ad uno scooter rubato, non si ferma all’alt: “I freni erano rotti”, 19enne arrestato

In aula il ragazzo si è difeso spiegando di aver preso il motorino in prestito da un conoscente per fare un giro

Savona Tribunale

Savona. E’ stato fermato in sella ad uno scooter, poi risultato rubato, e di conseguenza la serata di un diciannovenne savonese si è conclusa con un arresto per furto. Tutto è iniziato intorno alle 2 di stanotte quando lui ed un amico hanno imboccato contromano via Chiabrera, la strada che passa dietro lo stadio Bacigalupo di Savona. Un comportamento che non è sfuggito ai poliziotti della Squadra Volante che in quel momento stavano pattugliando la zona di Legino.

Gli agenti hanno quindi intimato l’alt ai due giovani a bordo dello scooter, un Gilera Typhoon, ma il diciannovenne alla guida, J.C. C.C., originario dell’Ecuador, ha tentato di superare lo stesso la vettura della polizia. E’ stato grazie alla prontezza di uno dei poliziotti, che ha aperto la portiera dell’auto, che i due giovani sono stati bloccati.

Dopo essere stati fermati il diciannovenne, che portava come passeggero un sedicenne marocchino, ha spiegato di non essersi fermato “perché i freni sono rotti”, ma dalle verifiche effettuate dai poliziotti è emerso che l’impianto frenante non aveva nessun problema. Agli agenti sono bastati pochi secondi per rendersi conto che il motorino non aveva le chiavi inserite nel quadro ed aveva il manubrio leggermente storto (un segno che, probabilmente, qualcuno lo aveva forzato per togliere il bloccasterzo). Di qui il sospetto che fosse rubato che è stato confermato poco dopo quando il proprietario, un professionista savonese, è stato rintracciato ed ha confermato che lo scooter era stato parcheggiato sotto casa dal figlio ed era sparito.

Per J.C.C.C. sono quindi scattate le manette con l’accusa di concorso in furto aggravato, mentre il minore è stato affidato ai genitori. Questa mattina il diciannovenne sudamericano è stato processato per direttissima ed in aula si è difeso negando di aver rubato lo scooter: “Il motorino me lo ha dato un ragazzo che conosceva l’amico che era con me. Eravamo al porto e gli abbiamo chiesto di poter fare un giro. Subito non mi sono accorto che non c’erano le chiavi” ha spiegato l’imputato.

Dopo averlo ascoltato, il giudice ha convalidato l’arresto e applicato la misura dell’obbligo di presentazione in Questura. Vista la richiesta di termini a difesa del legale del ragazzo, l’avvocato Claudia Olivieri, il processo è stato rinviato al prossimo aprile.

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