Circonvenzione d'incapace

Badante “infedele” a giudizio: accusata di aver intascato più di 150 mila euro

La presunta vittima è una novantenne che aveva una “condizione di particolare vulnerabilità”

Tribunale Savona

Finale L. Più di 155 mila euro nel giro di tre anni e mezzo. Secondo l’accusa è questa la somma che una badante “infedele”, J.G., 58 anni, di origine croata, si sarebbe fatta consegnare, incassando in tutto una cinquantina di assegni, dall’anziana che assisteva.

Una vicenda per la quale stamattina la ex collaboratrice domestica della signora, residente nel Finalese, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di circonvenzione d’incapace dal gup Fiorenza Giorgi. Secondo l’accusa, infatti, J.G., avrebbe approfittato dello “stato di infermità e deficienza psichica” dell’anziana (aveva una “condizione di particolare vulnerabilità” che la portava ad “affidarsi alle persone circostanti senza preoccuparsi delle conseguenze”), oggi novantunenne, che periodicamente le firmava degli assegni.

Nello specifico nel 2011 la badante avrebbe incassato circa 92 mila euro, nel 2012 circa 29 mila euro, nel 2013 circa 27 mila e nel 2014, fino al momento in cui sono partite indagini della guardia di finanza, un totale di 6450 euro.

Tra le contestazioni mosse contro la badante croata, assistita dall’avvocato Gian Maria Gandolfo, anche quella di essersi fatta rilasciare, nel giugno 2014, una procura speciale dall’anziana. Inoltre, in un caso, J.G. avrebbe sottoscritto Bot per 19 mila euro proprio pochi giorni dopo l’incasso da parte della pensionata di un’assicurazione dal valore di 63 mila euro.

Elementi che per l’accusa non lasciano spazio a dubbi sul comportamento della badante che, il prossimo giugno, inizierà il processo (nel quale l’anziana sarà parte civile con l’assistenza dell’avvocato Paolo Gianatti) davanti al giudice Emilio Fois.