Villanova d’Albenga. Un terreno agricolo di 3000 mq è stato sequestrato oggi a Villanova d’Albenga dal Corpo Forestale dello Stato su disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il sequestro è arrivato nell’ambito di una indagine avviata su un ampio compendio immobiliare, di oltre 200.000 metri quadrati, situato a lato dell’aeroporto di Villanova, ed appartenente alla “CDP Immobiliare srl”, società le cui quote sono interamente detenute da Cassa Depositi e Prestiti (pertanto bene pubblico): dagli accertamenti svolti dalla Forestale è emerso che il terreno veniva utilizzato da una pluralità di soggetti senza che nessuno di essi abbia alcun titolo atto a legittimarne il possesso, né tantomeno versi il dovuto corrispettivo al legittimo proprietario pubblico.
Nell’ambito dell’inchiesta risulta indagato il conduttore del fondo, che deve rispondere di occupazione abusiva di area pubblica. L’immobile, già appartenente al “Demanio dello Stato”, ed oggi in capo ad una società della Cassa Depositi e Prestiti era coltivato professionalmente da oltre vent’anni senza alcuna concessione o contratto di locazione: né veniva tanto meno corrisposta alcuna somma al pubblico erario.
Il terreno è stato suddiviso nel tempo in lotti di varie dimensioni, alcuni adibiti a semplici orti, altri sono diventati vere e proprie aziende agricole con tanto di serre, box e stalle (oggi in parte demoliti a seguito di ordinanze comunali intervenute su sollecitazione della stessa Forestale). Altri lotti ancora, retrostanti all’Ippodromo dei Fiori, sono utilizzati come maneggio per cavalli esercitato a livello imprenditoriale. Denominatore comune è che nessuno dei soggetti coinvolti è stato in grado di esibire alcun documento autorizzativo all’utilizzo dei fondi.
Negli anni 70’ una parte di quei terreni era regolarmente concessa in locazione, a fini agricoli, ad una società cooperativa, posta in liquidazione volontaria nei primi anni ’90. Vari soci della cooperativa hanno continuato sino ad oggi a coltivare quelle terre, anche dopo la cessazione del rapporto con il demanio e senza più versare alcun canone.
A questi si sono aggiunti numerosi altri soggetti che nel tempo si sono arbitrariamente appropriati degli appezzamenti che via via venivano per varie ragioni dismessi dai vecchi membri della disciolta società. L’occupazione si è inoltre allargata ad ulteriori terreni mai stati oggetto di concessione verso privati.
La Forestale ha ricostruito la complessa vicenda portandola all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria, fino all’ingente sequestro operato nella giornata odierna.