La sentenza

Sputo ad un commerciante e aggressione ad un passante, non era capace di intendere: assolto

L'episodio era successo a Savona e risaliva al settembre scorso: in manette era finito un 19enne

tribunale Savona aula

Savona. E’ stato giudicato incapace di intendere e volere e, di conseguenza, non imputabile. Per questo motivo, stamattina, un diciannovenne residente a Mioglia, Charlie Lee Morris Freel, è stato assolto dal giudice.

Il giovane era finito a giudizio per un episodio risalente al 20 settembre scorso quando, secondo la ricostruzione della polizia, in pieno centro a Savona aveva sputato in faccia ad un commerciante e lo aveva colpito con un espositore del negozio, poi aveva picchiato un passante, minacciato una ragazza che lo voleva difendere e, per finire, aveva scalciato anche contro due poliziotti intervenuti per fermarlo.

Il diciannovenne, originario dell’Inghilterra ma residente a Mioglia, era quindi finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, minacce, oltraggio e danneggiamenti. Secondo la ricostruzione degli investigatori, tutto era iniziato in Corso Italia: Freel, che aveva bevuto qualche bicchiere di troppo insieme ad amici, era entrato al “Libraccio” e, senza motivo, aveva sputato in faccia al titolare colpendolo anche con un cartellone. Poi era andato in piazza Sisto: qui aveva avvicinato un cittadino bengalese, che era insieme ad amici e con un bimbo piccolo in braccio, e gli aveva sferrato un pugno. Un gesto che aveva suscitato la reazione di una ragazza che era intervenuta, ma, per tutta risposta era stata minacciata da Freel (“ti vengo a prendere e ti taglio la gola”).

Nel frattempo era stato allertato il 113 e, all’arrivo della volante, il giovane aveva continuato a dare in escandescenze scalciando contro gli agenti e l’auto di servizio. Durante il processo per direttissima il giudice aveva disposto per l’imputato, difeso dall’avvocato Alfonso Ferrara, una perizia psichiatrica ed aveva disposto gli arresti domiciliari.

Questa mattina in tribunale il perito ha esposto le sue conclusioni confermando l’incapacità di intendere e volere del ragazzo, ma anche la sua pericolosità sociale. Motivo per cui il giudice, nonostante la sentenza di assoluzione, ha imposto all’imputato la misura di sicurezza della libertà vigilata per un anno con l’obbligo di frequentare una comunità terapeutica.

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