Villanova d’Albenga. Non mette a repentaglio il futuro dei soli dipendenti della Piaggio la decisione dell’azienda di mettere in cassa integrazione 200 addetti degli stabilimenti di Villanova d’Albenga e Sestri Ponente.
Ad essere preoccupati come i lavoratori che questa mattina hanno scioperato e manifestato in corteo per le strade della cittadina savonese, infatti, ci sono anche i loro colleghi della Laer. L’azienda, infatti, opera nello stesso settore di Piaggio, della quale sarebbe dovuta essere la “costola” andando anche a riassorbirne parte degli esuberi.
Ora, dopo una lunga trattativa sindacale e istituzionale e il “sospiro di sollievo” tirato con la realizzazione del nuovo stabilimento e l’arrivo dell’altra realtà aerospaziale, tutto è tornato in discussione.
“La situazione di Piaggio rischia di creare problemi anche a Laer – conferma Giovanni Mazziotta della Uil – I macchinari non sono in funzione e anche il processo di esternalizzazione di fatto si è bloccato. Laer, quindi, è molto a rischio. Senza contare che gli ex ‘piaggisti’ che sono stati riassorbiti rientrano nel Jobs Act, quindi non hanno i medesimi ammortizzatori sociali dei quali godono i lavoratori Piaggio”.
Insomma, una situazione che pareva essersi risolta ora è tornata a scricchiolare: “Qualche mese fa sarebbe stato impensabile pensare di tornare a manifestare dopo il trasferimento a Villanova. La realtà, però, è che questi lavoratori non vedono alcun futuro, sono demoralizzati. Senza contare gli altri cento lavoratori che sono in cassa da un anno. Per quanto resteranno in queste condizioni? Ognuno di loro ha una famiglia a cui pensare”.
Capire le cause di questa situazione è tutt’altro che facile: “La responsabilità è del management – dice senza mezzi termini Mazziotta – L’azienda pensa di adoperare noi per risolvere il problema che esiste tra il nostro governo e quello di Abu Dhabi. Il governo italiano deve fare la sua parte, certo, ma dal nostro punto di vista è il management che fino ad oggi non ha fatto nulla per gestire in maniera corretta l’azienda e fare in modo che lavorasse a pieno regime”.
“E invece oggi abbiamo scioperato. E’ insensato pensare di risolvere un problema finanziario con 5 settimane di cassa integrazione su reparti come quello motori, che è a zero ore e ha fermi da tempo 100 motori che, se finiti, porterebbero guadagni per milioni di euro. Quindi ci chiediamo perché queste lavorazioni non vengano ultimate. Anche perché se in un’azienda come Piaggio si ferma la produzione, poi è dura farla ripartire e, anzi, si creano problemi. Se un cliente ha un prodotto fermo da anni è chiaro che poi lo fa fare a qualcun altro. E ciò causa esuberi”.
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