Provincia. Parlamento e Regione Liguria stanno approvando nuove norme per la pesca sportiva. “Potranno legiferare, se lo vorranno, in favore del mare e dell’ambiente – dice la Protezioni Animali savonese – le nostre previsioni, però, come al solito sono pessime quando si tratta di caccia o pesca”.
“Mentre il 75% delle specie marine Mediterranee è in grande rarefazione ed il 10% addirittura in fase di estinzione, secondo tutti gli organismi scientifici del settore – ricorda l’Enpa – si permetterà purtroppo ad un esercito di pescatori ‘ricreativi’ di continuare a depredare il mare per un non certo innocuo passatempo. Ci auguriamo che le nuove norme nazionali e regionali contengano almeno una riduzione del quantitativo giornaliero pescabile (che, attualmente, è di ben 5 chili e favorisce la vendita illecita a ristoranti e pescherie conniventi), il divieto di utilizzo di strumenti professionali come i parangali, i palamiti e le nasse, ed il pagamento di una consistente tassa, come accade per tutti gli altri cittadini che si impossessano di un bene pubblico”.
“La norma – continuano gli animalisti – dovrebbe contenere anche la rinuncia a prescrivere il taglio immediato della pinna caudale per evitare la vendita: si possono invece studiare sistemi meno cruenti, come la marcature con pitture indelebili ed il taglio della pinna a pesce morto, prima della preparazione in cucina. Indispensabile infine inserire nelle nuove norme anche l’istituzione di zone marine costiere, dove la fauna marina si riproduce, di divieto di ogni tipo pesca, in forma definitiva e senza rotazione”.
“Nel 2010 – ricorda l’Enpa – da un censimento incompleto (non sono previste multe per gli inadempienti) nella sola Liguria risultarono 163.304 pescatori dilettanti; e se un dilettante che pesca un pesce forse fa poco danno al mare, 794.588 “ricreativi” italiani ne fanno eccome e non più trascurabile rispetto ai guai più grossi che combinano i professionisti con ecoscandaglio e strascico, reti da circuizione, ferrettare e palangari lunghi chilometri. E se non si interverrà al più presto, le prossime generazioni di pescatori, professionisti o dilettanti, di fronte ad un mare vuoto dovranno cambiare mestiere o passatempo”.