Lamentele

In Val Bormida si vedono la metà dei canali Rai, ma il canone si paga lo stesso

"Non è concepibile pensare soltanto ad incassare i soldi in bolletta senza investire in strumentazioni tecniche"

televisione

Cengio. La Rai, da quest’anno, si paga con la bolletta della luce, a luglio. Ma qualcuno, in Val Bormida, storce il naso, è grida allo scandalo. Ed hanno ragione per farlo. Su quindici canali Rai disponibili c’è chi ne vede solo la metà. E le lamentele, ovviamente, si sprecano.

Ci sono località dell’entroterra savonese che la ricezione del segnale televisivo è solo un miraggio. Ma anche in paesi più conosciuti come Dego, Altare e Cengio gli utenti Rai si lamentano e in questa battaglia per ottenere quello che considerano un diritto hanno trovato sostegno anche da parte delle amministrazioni comunali.

“La decisione di far pagare il canone nella bolletta dell’energia elettrica può anche essere accettata, purchè si usufruisca di un servizio efficiente – spiegano alcuni residenti di Cengio che non riescono a vedere tutto il pacchetto offerto da mamma Rai – Non è concepibile pensare soltanto ad incassare i soldi del canone senza investire in strumentazioni tecniche che possano garantire un servizio che, è bene ricordare, è pubblico. Garantire la copertura del segnale è fondamentale anche perché i cento euro di canone sono un esborso sia per i valbormidesi che per i residenti di città più grandi. Hanno lo stesso valore e tutti pagheranno il canone nella prossima bolletta”.