Provincia. “Ministro, quando inizierete a fare davvero gli interessi degli italiani e del Paese, ce lo faccia sapere… a me pare che il Governo Renzi stia facendo gli interessi di tutti tranne che degli italiani”. E’ una condanna senza appello quella che arriva dall’assessore ligure Stefano Mai: il tema è quello della cessione alla Francia di alcune porzioni di mare (nell’immagine, colorate in rosso), tra cui un tratto del Mar Ligure.
Il trattato di Caen del marzo 2015, emerso solo nei giorni scorsi quando era ormai già cosa fatta, ha scatenato non poche polemiche, legate soprattutto alla presunta pescosità di quei mari. Il ministro Gentiloni si è difeso definendo l’accordo “vantaggioso”:
“L’accordo non è in vigore né per l’Italia né per la Francia e certamente non si tratta di un cedimento di tratti di mare pescosi o di cose di questo genere. Questo accordo è il frutto di un negoziato andato avanti dal 2006 al 2012, ha coinvolto diversi Governi e diverse amministrazioni tecniche all’interno dei Governi, come sempre avviene in questi casi. Ed è un lavoro che darà vantaggi all’Italia. Il patto con la Francia non solo non cede nulla, ma anzi per la prima volta fissando in modo chiaro le aree di competenza tra Italia e Francia, potrà dare concreta attuazione all’obiettivo di proteggere i mari italiani anche oltre le 12 miglia dalla costa, che costituisce attualmente il limite del mare territoriale.
In tema di risorse, l’accordo tutela gli interessi nazionali, prevedendo la concertazione tra Italia e Francia per lo sfruttamento di giacimenti sui fondali a cavallo della linea di delimitazione.
Per quel che riguarda la Baia di Mentone in Liguria si seguono gli stessi criteri. La questione della pesca costiera emersa recentemente e, non nei sei anni di discussione tra vari Governi e varie amministrazioni, sarà affrontata anche alla luce della pertinente legislazione europea in materia. Si stanno ora raccogliendo eventuali ulteriori valutazioni ed elementi tecnici dal ministero competente al fine di considerare eventuali strumenti integrativi dell’accordo. E solo allora il Governo potrà procedere e avviare l’iter di ratifica parlamentare”.
Parole a cui l’assessore Mai reagisce con indignazione. “Mi tocco per vedere se ci sono – tuona – ma come non son mari pescosi? Ministro, ma che dice? L’accordo porterà vantaggi all’Italia? L’accordo tutela gli interessi nazionali? Di chi? Stanno raccogliendo informazioni ulteriori per integrare l’accordo? Complimenti… pensarci prima, no?”.
“Sono rimasto a dir poco allibito dalle parole del ministro Gentiloni che, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha definito l’accordo di Caen ‘vantaggioso’ per la Liguria – prosegue l’assessore – Come Regione Liguria, facendoci anche interpreti dell’opinione di chi già oggi deve fare i conti con i nuovi confini marittimi ovvero i pescatori sanremesi, siamo profondamente in disaccordo con quanto dichiarato dal ministro degli Esteri e ribadiamo l’assoluta necessità di un incontro affinché vengano analizzati i reali scenari che un’eventuale ratifica di questo accordo aprirebbe”.
Per Mai tutta la questione potrebbe essere legata ai giacimenti minerari: “Mi sa che lo avevamo capito che c’era qualcosa sotto…”, tuona l’assessore su Facebook. Che poi in un comunicato aggiunge: “Il ministro Gentiloni, forse per rassicurare gli animi nei territori che sarebbero più colpiti dalle nuove condizioni del trattato, ha calato la maschera parlando di sfruttamento di giacimenti sui fondali. Parole che confermano purtroppo i nostri timori ovvero che il nostro mare e la nostra pesca rischiano di essere regalate in cambio di nulla, anzi dando il permesso ai francesi di trivellare il nostro mare”.
“Pertanto, ribadiamo la nostra totale contrarietà alla ratifica dell’accordo di Caen e siamo a richiedere un urgente confronto col ministro che deve rendere conto ai liguri dei piani di questo governo: a rischio c’è il 30% dell’attività della flotta di pescherecci liguri, un fatturato di almeno 20 milioni di euro all’anno e ricadute drammatico sul comparto e sull’indotto della ristorazione e quindi del turismo” conclude Mai.