Come un b&b

Carcere Savona, “ipotesi motel”? La proposta del Sappe: “Apertura ridotta per una sola notte”

"L'arrestato potrebbe far le visite e dormire a Savona, il giorno dopo l'udienza e poi il trasferimento"

carcere sant'agostino

Savona. Il carcere come un bed & breakfast, o come un motel “a ore”: un luogo dove soggiornare il minimo indispensabile, dormire una sola notte e poi ripartire. Con una piccola “forzatura giornalistica” potremmo definire così la proposta lanciata da Michele Lorenzo del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), questa mattina al termine di un’incontro con il sindaco di Savona Federico Berruti: tramutare la chiusura totale del Sant’Agostino di Savona in una chiusura parziale, in attesa della costruzione del nuovo carcere.

L’idea è quella di ridurre al minimo sprechi e costi nel periodo di transizione che intercorrerà inevitabilmente tra la chiusura del carcere attuale e l’inaugurazione di quello nuovo. Che, pare ormai certo, sorgerà in Valbormida. In questo periodo infatti i carcerati andranno portati a Genova o nell’imperiese, comportando per le forze dell’ordine un aggravio in termini di tempi e costi: ecco allora la proposta del Sappe, mantenere al Sant’Agostino (almeno temporaneamente) un piccolo presidio, con non più di 3-4 letti ed il minimo organico indispensabile al funzionamento del “mini-carcere”.

“Con il Sant’Agostino chiuso, oggi come oggi l’arrestato va portato subito in uno dei carceri disponibili, e questo comporta un dispiego di risorse, sia umane che di mezzi, nonché un dispendio di tempo e soldi – spiega Lorenzo – se noi riuscissimo a mantenere invece almeno 2 o 3 celle a disposizione per gli arrestati, le forze dell’ordine potrebbero sbrigare il tutto molto più velocemente e tornare subito ad essere presenti sul territorio. A quel punto potrebbe effettuare lì le visite di rito, mediche e/o psichiatriche; il giorno dopo gli agenti della Penitenziaria potrebbero portarlo in tribunale per l’udienza di convalida e, da lì, direttamente nel carcere di assegnazione“.

L’apertura “ridotta” di Savona, secondo il sindacato della penitenziaria, costerebbe meno delle continue trasferte a cui in caso di chiusura totale sarebbero costrette le altre forze dell’ordine: “Si risparmierebbero dei soldi, anche perché il tutto sarebbe quasi a costo zero – chiarisce Lorenzo – Abbiamo già la struttura, gli uomini e i mezzi di trasporto. Tutti gli adempimenti necessari a un arresto possiamo farli qui, perché andarli a fare a Sanremo?“.

Savona, la protesta del Sappe contro la chiusura del carcere

E così questa mattina, nel corso dell’incontro con Berruti, Lorenzo ed il collega Roberto Frumento del SAP hanno chiesto al primo cittadino di attivarsi in questo senso: appello al quale il primo cittadino ha risposto positivamente, chiarendo anche la propria posizione favorevole in merito alla costruzione del nuovo carcere, sia nel sito di Passeggi (individuato nel 2006 e mai decollato a causa degli alti costi) sia in Valbormida.

Ora la palla passa a Roma, dove per giovedì è convocato un incontro per discutere delle sorti degli agenti di polizia penitenziaria attualmente di stanza a Savona. In quell’occasione i sindacati presenteranno il loro progetto: Sant’Agostino aperto “al minimo” durante il periodo di transizione che porterà alla costruzione del nuovo carcere.

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