Albenga. La chirurgia vertebrale chiusa a Santa Corona nei locali lasciati vuoti da Gsl all’ospedale di Albenga. E’ questa la proposta lanciata dal vicecoordinatore regionale di Forza Italia Marco Melgrati all’assessore alla salute Sonia Viale.
La proposta dell’ex consigliere regionale di Forza Italia è semplice: “Occupare gli spazi lasciati liberi al quarto piano dal Gsl con reparti pubblici di elezione a media ed alta complessità ora nel Dea dislocati in situazioni Strutturali disagiate come la il reparto di artroprotesi dottor Camera, che darebbe prestigio alla struttura, o come il reparto di chirurgia Vertebrale, in oggi inspiegabilmente chiuso al Santa Corona per iniziativa della giunta regionale del Pd di Burlando-Montaldo e Paita. Per fare questo bisognerebbe anche potenziare la rianimazione, per avere un servizio a 360 gradi”.
Secondo Melgrati “con questa operazione di riapertura del reparto di chirurgia vertebrale non si configurerebbe nemmeno un depauperamento di Santa Corona, in quanto il reparto è chiuso anche se la struttura complessa sulla carta è mantenuta attiva e funzionante. Questo di chirurgia vertebrale rappresentava (e rappresenta) un reparto di eccellenza che oggi opera all’interno dell’ospedale di Santa Corona, con letti ospitati in altri reparti, come testimoniano i commenti dei pazienti operati (ma solo d’urgenza o a pagamento) sul sito ‘Q salute’ (peraltro molti di più rispetto a quelli di altri reparti omologhi in Italia, a testimonianza dei numeri e del livello di soddisfazione dei pazienti). La descrizione del reparto, sempre sul sito Q Salute, è la seguente: ‘Il reparto è una struttura complessa facente parte del dipartimento di ortopedia che è centro regionale ed extraregionale di riferimento per la diagnosi e cura delle patologie traumatiche, degenerative e di deformità, a carico della colonna vertebrale. L’elevato livello di specializzazione e l’alta specificità delle prestazioni chirurgiche erogate, collocano il reparto tra i pochi centri specialistici presenti sul territorio nazionale per il trattamento delle patologie a carico della colonna vertebrale’”.
Per Melgrati “appare incredibile che un centro (ormai teorico) che è uno dei migliori del paese (solo 7 o 8 reparti di eccellenza in Italia), ed unica realtà in Liguria, debba e possa operare solo casi che arrivano dal pronto soccorso, quindi d’urgenza, quali tumori, fratture della colonna vertebrale, ernie paralizzanti, o clienti paganti, e non può rivolgere la propria professionalità ed eccellenza verso i pazienti del sistema sanitario regionale o nazionale, quindi gratuiti o con il ticket. E se appare giusto e corretto eseguire in intra moenia interventi a pagamento, secondo una filosofia che condivido, necessaria a garantire un giusto riconoscimento a medici capaci, che operano all’interno della struttura, evitando la loro fuga verso strutture completamente private, non appare altrettanto giusto non estendere il servizio gratuitamente a chi ne ha più bisogno. Quindi non è sbagliato ipotizzare la riapertura e il Suo trasferimento al quarto piano dell’ospedale di Albenga, riaprendo un reparto che può essere attrattivo e generare ‘guadagni’ dalle altre regioni, oltre ad evitare fughe”.
Quello di Santa Corona è stato “il primo centro di chirurgia vertebrale in Italia, nato nel 1969 con il professor Ponte, dove l’operazione della scoliosi era il fiore all’occhiello, e che quando ha chiuso vantava, con 12 posti letto, comunque un carico di lavoro intensissimo con liste d’attesa di 5/6 mesi, oggi non opera più questa patologia. E i pazienti Liguri dove vanno a farsi operare? E con quali costi per la Regione? E’ incredibile che un reparto di eccellenza come questo, con personale medico e paramedico di altissima qualità e professionalità, sia interdetto a chi non si può permettere l’operazione a pagamento, o non arriva dal pronto soccorso. Una ulteriore ‘porcata’ messa in atto dalla giunta regionale del Pd della ‘triade’ Burlando-Montaldo e Paita. Ed è per questo motivo che ne suggeriamo la riapertura come reparto pubblico ad Albenga. Lo spazio c’è”.
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