Sul grande schermo

Pienone al “Diana” per il docufilm su Renato Rinino, l’Arsenio Lupin savonese

Il regista aveva cercato, curiosato, indagato e alla fine è riuscito a raccontare che personalità e che storia c'era dietro Renato Rinino

renato rinino

Savona. Pienone ieri sera alle quattro proiezioni del docufilm su Renato Rinino, il ladro gentiluomo definito l’Arsenio Lupin savonese. 

La pellicola, realizzata da Valerio Burli, è stata proiettata al cinema Diana di Savona già alle 17,15 con cinque proiezioni di un’ora. Il film “LUPEN – romanzo di un ladro reale” è stato ideato da Burli, arrivato più volte a Savona. Ad assistere alle proiezioni anche il fratello Paolo, la sorella Patrizia e i cugini più legati a Renato. Occhi lucidi e commozione per il film tanto che i gestori della sala cinematografica savonese hanno già manifestato l’intenzione di organizzare altri appuntamenti per coloro che non hanno potuto vedere il documentario su Rinino. “Questo film racconta com’era Renato ed è davvero ben fatto”, ha detto il fratello Paolo.

Burli ha esplorato insieme ad alcuni collaboratori tra cui Riccardo Ricco  la complessa umanità e le varie sfaccettature, belle e brutte, di un uomo che si  è preso in giro ed ha preso in giro la vita a metà tra delinquenza e buoni sentimenti.

“Il montaggio e la regia sono ok con pause perfette nella loro lunghezza – dice Riccardo Ricco – Mi dispiace un po’ per il cimitero in disordine. Certo che Savona vista da un romano è proprio un paesone, ma io ne sono orgoglioso. Grazie a Valerio per aver mostrato anche i nostri disagi e di aver avuto il coraggio di raccontarli. Un savonese – sottolinea Ricco – non l’avrebbe mai fatto specie in un film”.

Arrivato a Savona Valerio Burli ha cercato di ricostruire il più fedelmente possibile la storia di Renato Rinino incontrando persone e raccogliendo testimonianze anche di quelle persone che le sue epiche imprese le hanno vissute.

Aveva documentato tutto: i suoi furti, le sue condanne, le sue bravate e la sua tragica fine. Tutte situazioni che hanno ispirato lo studente della Scuola nazionale di Cinema. Era partito con tenda da campeggio e telecamera, da documentarista di razza, senza contatti o riferimenti, armato solo di curiosità e voglia di scavare nella vita di un personaggio eclettico, ancora vivo nella memoria di tanti savonesi.

Burli, insomma, aveva cercato, curiosato, indagato e alla fine è riuscito a raccontare che personalità e che storia c’era dietro Renato Rinino.

Tra le imprese storiche che lo hanno reso celebre sicuramente c’è il furto del 26 febbraio del 1994 quando Rinino era riuscito ad entrare a Saint James Palace, la dimora di Carlo, il Principe d’Inghilterra, è a rubare gioielli e lettere compromettenti che il principe Carlo si scambiava con Camilla Parker Bowles.

I detective di Scotland Yard si erano messi sulle sue tracce solo dopo aver ricevuto la segnalazione del gioielliere al quale l’Arsenio Lupin si era rivolto per vendere alcuni gioielli rubati in Inghilterra.

La proiezione è stata possibile grazie al coordinamento della presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema e Amedeo Reposi, storico proprietario del multisala Diana.