Regione. La seduta del Consiglio regionale sul Piano Casa è stata sospesa dopo l’esame di alcuni emendamenti all’articolo 1, che sono stati presentati da Rete a sinistra, Movimento 5 Stelle e Pd. Approvato un solo emendamento della maggioranza che introduceva modifiche di natura formale. Il Consiglio regionale sul Piano Casa riprenderà domani, alle ore 10:00.
Fino a tarda notte è proseguito il dibattito in Consiglio. Gianni Pastorino (Rete a sinistra) relatore di minoranza ha definito il piano inadeguato: “Ci sembra indirizzato ad aumentare squilibri territoriali avvantaggiando le proprietà già oggi privilegiate” e ha lamentato il fatto che non esiste uno studio propedeutico sullo stato del patrimonio edilizio abitativo, “strumento essenziale per comprendere dove intervenire ed avere una mappatura precisa degli edifici che abbisognano di interventi di ristrutturazione”.
Pastorino ha aggiunto: “Il Piano casa appare soltanto come uno strumento a favore delle rendite immobiliari” e ha ribadito che sarebbe stato prioritario provvedere alla determinazione di un piano paesaggistico regionale “come previsto dal codice dei beni culturali”. Pastorino ha anche rimarcato che con questo Piano l’attività edilizia è messa sopra ogni altro interesse, in deroga ai piani di gestione del territorio, creando “una vera contrapposizione concettuale tra i cittadini e le discipline previste dagli strumenti urbanistici generali”.
Il consigliere ha espresso critiche anche al fatto che si possa applicare il piano ad edifici condonati e forti perplessità sulla tenuta costituzionale del provvedimento stesso. Il consigliere, inoltre, ha preannunciato la presentazione di un maxi emendamento per sollecitare una norma che istituisca una banca dati relativa agli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati esistenti sui rispettivi territori.
Luca Garibaldi (Pd) ha illustrato la relazione di minoranza evidenziando l’atteggiamento fortemente critico del suo gruppo nei confronti del Piano. Garibaldi ha criticato, tra l’altro, il fatto che questo piano sia “uno strumento di deroga permanente che non semplifica le regole, ma in gran parte le abolisce. Amplia le volumetrie e le premialità, senza alcuna valutazione sull’attuazione della legge, allargando semplicemente le maglie”. Garibaldi ha espresso critiche anche contro la “deregolamentazione dei cambi di destinazione d’uso” e ha aggiunto che i primi provvidenti della giunta Toti limiterebbero l’autonomia dei Comuni, dimostrando che la Regione intende accentrare il controllo sul territorio. Garibaldi ha sottolineato, in particolare, che il Piano “agisce in deroga rispetto alle pianificazioni dei Comuni” e, pur avendo “rivisto” alcune disposizioni relative agli interventi nei Parchi previsti dal Piano, la Regione mostrerebbe ancora poca attenzione verso le aree protette.
Francesco Battistini (Mov 5 Stelle) ha ribadito che il disegno di legge intende consumare il territorio e che non rappresenta un intervento a favore del settore edile ricordando che esiste un calo di domanda nel mercato immobiliare. “Quale turismo vogliamo attrarre – ha aggiunto – se non ci occupiamo dell’ambiente e gli scorci più belli vengono cementificati? Questo è un grande piano per il cemento che crea un panorama proprio uguale a quello dal quale il turista fugge. Il comparto edile – ha concluso – va rilanciato ma va fatto nel rispetto del territorio e dell’ambiente perché così porterebbe vantaggi enormi, mentre una scelta errata oggi rischia di compromettere la situazione”.
Andrea Melis (Mov5Stelle) ha rilevato che il patrimonio di alloggi costruiti e non utilizzati in Liguria sarebbe il più alto d’Italia e ha aggiunto: “La vera sfida è l’efficientamento energetico che questo provvedimento non coglie. L’abbandono dell’ entroterra – ha aggiunto – non si combatte grazie a volumetrie aggiuntive, che saranno solo un ulteriore consumo del suolo”.
Angelo Vaccarezza (Forza Italia) ha invece difeso l’operato di Andrea Costa, presidente della IV Commissione ricordando le responsabilità della precedente amministrazione: “La commissione ha fatto ogni tipo di confronto accentando di discutere le proposte di modifica”.
Giovanni Lunardon (Pd) ha parlato di “un’occasione persa” e ha definito il testo “un supermercato delle volumetrie”. Lunardon ha criticato il fatto che, nato come strumento eccezionale, il Piano non abbia, invece, una scadenza e minaccerebbe l’autonomia del Comuni: “Il Comune non può essere soppiantato nelle sue competenze sul territorio per durata perenne con un accentramento dei poteri nella Regione”.
Andrea Costa (Gruppo Misto-Ncd Area Popolare), relatore di maggioranza, ha rimarcato che durante il percorso in commissione i soggetti ascoltati sono stati ben 44. Costa, nel merito, ha chiarito che molti punti del piano tendono a mantenere il presidio umano nell’entroterra e tra questi ha ricordato il cambio di destinazione d’uso di piccoli manufatti, che possono essere trasformati in abitazione. “Si tratta di una risposta di natura sociale che va incontro anche alle necessità delle giovani coppie che spesso non si costruiscono un futuro perché hanno difficoltà con l’acquisto della prima casa – ha detto – Ricordo che molte famiglie dispongono di un rustico, magari in campagna, che può quindi diventare l’abitazione per le giovani coppie”. Ha ricordato che la possibilità di ampliamento degli edifici esistenti è stato portato a 200 metri cubi, rispetto ai 170 metri cubi previsti nel piano oramai in scadenza: si tratta di soli dieci metri quadrati. Per quanto riguarda i Parchi ha ricordato che spetta all’Ente Parco stesso l’ultima parola in materia di applicazione del piano ricordando che talvolta in zona parco sono stati fissati vincoli che hanno impedito il pieno svolgimento dell’attività agricola, con effetti negativi.
“Quando il Piano entrerà i vigore, molti cittadini vedranno soddisfate le loro esigenze e molte preoccupazioni, anche strumentali – ha concluso – verranno meno, smentite dai fatti”.
L’assessore all’Edilizia Marco Scajola ha replicato: “Il provvedimento è sostenuto da un quadro normativo nazionale che ha preso corpo dal 2011 al 2014 e che supera le possibilità dei Comuni di intervenire sulle normative urbanistiche in atto. Non abbiano fatto nessun passo indietro – ha aggiunto – ma abbiamo avuto un confronto con il territorio, cosa che in Regione in passato era molto rara, anche se abbiamo ricevuto sgambetti di tipo ideologico e politico da parte del Cal, che ha perso l’opportunità di approfondire uno strumento di legge importante”. Scajola ha rilevato che molti emendamenti presentati dai consiglieri di maggioranza sono stati il frutto del confronto con il territorio. “Con questa legge noi abbiamo tutelato le parti più deboli e vulnerabili della regione. Quindi, anche se non è uno strumento nuovo – ha detto – mette garanzie chiare che tutelano il territorio”.
“Crediamo di avere fatto un ottimo lavoro – ha concluso – crediamo che ogni cosa sia perfettibile e potremmo farlo in corso d’opera, ma il Piano resta uno strumento di legge importante per il territorio e lo abbiamo portato avanti con serenità e umiltà”.