Finale Ligure. Si moltiplicano le azioni di protesta nei Comuni del Finalese per il proliferare dei ripetitori, che ormai sovrastano i centri abitati di Noli, Finale, Borgio, Pietra, Loano e Borghetto.
In una settimana sono state raccolte più di 1800 firme a Borgio Verezzi per la petizione che invoca una attenzione particolare nella collocazione di antenne-emittenti per telefonia e radiotelevisione
“infatti continuano ad essere presentate domande per installazioni con potenze superiori a 20 Watt nonostante il vincolo paesaggistico. Questi mostri sparsi deturpano il magnifico paesaggio e possono arrecare danni alla salute, particolarmente dei bambini, inquinamento da elettrosmog, danno enorme all’economia turistica dell’intera Regione Liguria”. La conferma arriva da portavoce dei Verdi del ponente savonese Gabriello Castellazzi.
Il Comune di Borgio Verezzi ha approvato nei giorni scorsi un “piano antenne” per “razionalizzare e trovare un modo per indirizzare le società di telefonia dove collocarle”. “Purtroppo nel “piano” è inserita l’area della famosa “Cava dei Fossili” e questo è un errore gravissimo che deve essere assolutamente corretto tenendo conto delle azioni di protesta e delle denunce per gli innumerevoli danni che arreca oggi questa deturpante e pericolosa antenna – dice Castellazzi – Sarebbe utile, a questo punto, un coordinamento tra tutti i Comuni confinanti per individuare insieme le zone più adatte a distanza di sicurezza dalle abitazioni e dalle scuole”.
I “Verdi”sono ovviamente favorevoli alla diffusione della banda larga internet “via cavo”, perché più comunicazioni di dati e informazioni significano più democrazia , tenendo quindi conto dei principi di precauzione relativi alla salute, come richiesto dai più importanti istituti di ricerca.
“I campi elettromagnetici hanno un’azione mutagena, capace cioè di modificare il DNA delle cellule.
Le mutazioni genetiche possono provocare cancro e malattie degenerative in un certo numero di persone. La discussione nel mondo scientifico riguarda solamente la quantità entro la quale il rischio di malattia può essere “socialmente accettabile”, dice Castellazzi.
“Campi elettrici e magnetici esistono già in natura, ma la maggior parte dei campi presenti nel nostro ambiente sono artificiali e legati a diverse tecnologie elettriche e elettromagnetiche.
Se è vero che i campi dei ripetitori Wi-Fi hanno una bassa intensità è altrettanto vero che, per il moltiplicarsi delle antenne necessarie alla telefonia mobile e alle televisioni, oltre a tutti gli altri congegni elettrici già presenti nelle nostre case(forni a microonde ecc.), i “limiti accettabili” vengono rapidamente superati. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro(AIRC) che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS) delle Nazioni Unite e l’ International Commision for Elettromagnetic Safety, hanno inserito i campi magnetici, sia quelli ad alta che a bassa frequenza, tra i fattori che possono provocare danni tumorali, anche se non c’è ancora accordo sulle dosi limite di esposizione. I ricercatori dell’Università dello Utah hanno scoperto che il cervello di un bambino di cinque anni assorbe una quantità di radiazioni quattro volte maggiore rispetto a quella di un adulto.
Lo stesso Consiglio d’Europa ha raccomandato di evitare la tecnologia Wi-fi nelle scuole per proteggere i più piccoli. Già molte scuole proibiscono, giustamente, l’installazione dei ripetitori
Wi-Fi nelle vicinanze. Infatti, sono proprio le nuove generazioni quelle più esposte all’ accumulo nel tempo di stimoli mutageni, con conseguenti rischi di future malattie (Alzheimer ecc.).
A questo punto, sarebbe auspicabile un maggior impegno nel ridurre tutte le fonti di rischio e agevolare le trasmissioni via cavo: L’Italia ha una rete di 7500 km di cavi elettrici che, con una nuova tecnologia oggi disponibile, potrebbe benissimo fornire in modo capillare ovunque l’internet a banda larga, anche in luoghi impervi e isolati. Verrebbero ridotti moltissimo i ripetitori nocivi.
Molti ricercatori concordano nel definire un valore limite cautelativo per i campi magnetici a 0, 2 micro tesla, mentre la normativa vigente pone il limite a 100 micro tesla, cioè 500 volte più alto.
Legambiente chiede da tempo che una nuova normativa ponga come limite cautelativo il valore di 0,2 micro tesla”, conclude Castellazzi.