Savona. Saranno ricevuto mercoledì mattina alle 11 nella sede della prefettura di piazza Saffi a Savona i delegati sindacali dei dipendenti dell’Asl2 savonese che nei giorni scorsi hanno scritto al vice prefetto Giuseppe Montella per proclamare lo stato di agitazione che fa da preludio al possibile sciopero degli degli infermieri e medici. Il vertice sarà preceduto, alle 10.30, da un presidio degli stessi dipendenti.
I lavoratori protestano per diverse ragioni: la modifica degli orari di lavoro, il piano di pronta disponibilità aziendale, il riconoscimento del tempo per il cambio di divisa, la fruizione delle ore retribuite per assemblea, il rimborso spese per l’attività in sede diversa da quella abituale.
Rispetto alla questione degli orari, secondo i sindacati la proposta di prolungare ulteriormente i turni si è venuta a creare in conseguenza della “carenza strutturale di personale, quindi la priorità per la rappresentanza sindacale resta, a prescindere, la necessità di assunzioni adeguate a sostenere il servizio sanitario alla popolazione”.
La questione è stata trattata nel corso della riunione tra sindacati e direzione generale dell’Asl dello scorso 17 novembre: tra le modifiche ritirate dopo la contestazione, c’era l’abolizione dei 12 minuti in coda alla giornata lavorativa prestata su 5 o 6 giorni settimanali e su solo turno mattutino o su turno mattino pomeriggio. Nonostante la posizione contraria dei delegati del lavoratori, il 24 novembre l’Azienda ha inviato alla Rsu “una mail nella quale s’illustravano degli orari e l’organizzazione degli stessi non affrontati con la delegazione sindacale sopratutto non attinenti, né necessari all’adeguamento della normativa in adempimento”. Questo nonostante, nel corso degli anni, i sindacati abbiano “presentato più volte la richiesta di trattare la questione dell’organizzazione degli orari del personale, turnista e non, spesso dovendo richiamare la direzione che procedeva a modifiche unilaterali, al di fuori della contrattazione e attuata in sordina”.
Secondo i sindacati, “c’era tutto il tempo per affrontare la questione”; più volte “la delegazione sindacale ha ribadito la necessità di affrontare la questione”; “la modifica degli orari attuata, impugnando pretestuosamente la necessità dell’adeguamento normativo, nulla ha a che vedere con lo stesso ma risulta ipotizzabile una violazione dell’articolo del codice civile riguardante la tutela delle condizioni di lavoro”; inoltre “la modifica attuata peggiora di molto le condizioni lavorative del personale”; infine “la vera e difficile questione riguardante la gestione non viene, di fatto, adeguata”.

Per quanto riguarda il piano di pronta disponibilità aziendale, i sindacati ricordano che il piano presentato ad aprile “presentava modifiche significative rispetto al precedente, oggetto nel 2014 di discussione che non aveva portato a modifiche, restando quindi lo stesso degli anni precedenti”. Le successive trattative hanno fatto emergere la necessità di modificare i punti riguardanti l’accompagnamento dei pazienti per l’ospedale di Albenga, Cairo e le cardiologie di Pietra e Savona”. L’ultima trattativa del 26 maggio si è chiusa con esito negativo, tanto che a giungo la direzione generale dell’Asl ha rigettato le considerazioni dell’Rsu.
La Rus non contesta in toto le modifiche portate al Piano, ma solo “alcuni dettagli per i quali la direzione si è resa indisponibile”. Le preoccupazioni presentate dai sindacati riguardano le “ricadute sulla cittadinanza dovute al forte disagio degli operatori”. La dotazione dei fondi è “compatibile con le richieste della Rsu” e quindi “le motivazioni, addotte dalla direzione, per le quali i costi dovuti alle modifiche chieste dalla Rsu non sarebbero sostenibili, non sono suffragate dal fatto che l’aggiunta di una pronta disponibilità per il magazzino (archivio cartelle cliniche) di Cosseria (voluta dalla direzione) diventi invece sostenibile”.
Circa il tempo necessario al cambio di divisa, la Rsu ricorda che nelle altre realtà sanitarie della regione “è riconosciuto nell’ordine di 15 minuti per cambio divisa e passaggio di consegne” e che “a livello nazionale siamo alla presenza di numerose sentenze giuridiche che riconoscono tale istituto”. Inoltre, “da almeno 3 anni la Rsu chiede l’estensione di 7 minuti per il passaggio consegne infermieristiche, tra turno smontante e turno montante prevista dall’integrativo aziendale, sia estesa a tutte le strutture dell’Asl nelle quali non è ancora presente”.
Rispetto alla fruizione delle ore retribuite per assemblea, nonostante la proposte i sindacati e l’Azienda non sono mai giunti ad un accordo: “Da almeno due anni il personale del comparto dell’Asl2 non può fruire delle ore di assemblea a causa dell’interpretazione restrittiva della direzione generale – ricordano i rappresentanti dei lavoratori – Questa condizione è una grave violazione della legislazione e delle norme contrattuali ed è un risparmio in termini economici”.

Circa il rimborso spese per l’attività in sede diversa da quella abituale, negli ultimi due anni alle unità del personale tecnico di radiologia “è stato imposto d’ufficio di svolgere la propria opera in sede diversa da quella abituale, nella fattispecie dall’ospedale di Savona a quello di Pietra Ligure, senza riconoscimento di rimborsi relativi alle spese di trasferimento”. Inoltre, “da settembre del 2015 personale tecnico di laboratorio biomedico del centro trasfusionale, è trasferito a svolgere la propria opera in sede diversa da quella abituale, nella fattispecie dall’ospedale di Pietra Ligure a quello di Savona”. Con una nota di ottobre, l’Azienda comunicava che “il riconoscimento dei rimborsi per il personale Infermieristico del 118 non più riconosciuto, gravando sul personale stesso il costo delle trasferte tra le diverse sedi aziendali, distanti anche decine di chilometri, ponendo formalmente un ulteriore atto a negazione dei rimborsi al personale, negli spostamenti a fini lavorativi, tra sedi diverse da quelle di abituale assegnazione”.
Nonostante i solleciti dei sindacato, la direzione generale “ha continuamente aggravato la questione con sempre più personale sottoposto a disagio economico”.
I sindacati concludono la lettera a Montella aggiungendo che in occasione della trattativa dello scorso 16 dicembre “all’affermazione della rappresentanza che senza un rientro alle condizioni antecedenti delle modifiche sull’orario di lavoro si sarebbe provveduto a indire lo stato di agitazione”, la direzione generale ha abbandonato il tavolo “dimostrandosi indisponibile a discutere la questione e non lasciando altra scelta che dare seguito a quanto sostenuto. A causa di quanto sopra esposto la Rsu dell’Asl ha deciso di indire lo stato di agitazione con preavviso di sciopero, di tutto il personale del comparto dell’azienda, riservandosi nel frattempo l’avvio di iniziative a sostegno della posizione sindacale”