Albenga. Prima l’assemblea in municipio con i cittadini, le istituzioni politiche e amministrative e i dipendenti, poi l’incontro in prefettura per chiedere l’intervento del massimo rappresentante del Governo sul territorio, in seguito la petizione on line sottoscritta da quasi duemila persone, ora la manifestazione di piazza.
Continua la mobilitazione in difesa dell’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga, il cui futuro appare più che mai nebuloso a causa della decisione della giunta regionale di risolvere l’accordo con Gsl, l’azienda privata che gestisce il reparto di ortopedia di Albenga e che, nei piani, avrebbe dovuto contribuire in maniera determinante a ridurre il fenomeno delle “fughe” verso altre regioni dei pazienti che necessitano di interventi di chirurgia.
Venerdì alle 18, con partenza da piazza Petrarca (davanti alla sede della croce bianca), si terrà la manifestazione “pro ospedale” proposta giorni fa dal sindaco di Albenga Giorgio Cangiano e sostenuta, tra gli altri, anche e soprattutto dal presidente della pubblica assistenza ingauna Dino Ardoino in occasione dell’incontro tenutosi al palazzo civico sotto le torri e al quale hanno partecipato i rappresentanti di 16 comuni del territorio.
“Torniamo indietro alla battaglia di tre anni fa – ha detto Ardoino in occasione dell’assemblea pubblica di martedì scorso – Le nostre truppe cammellate sono ancora pronte a dare battaglia. Basta darci addosso. Dobbiamo pensare alla gente. Se entro pochi giorni non ci daranno risposta scenderemo in piazza”.
Il vertice tenutosi venerdì in prefettura purtroppo non ha dato risposte adeguate e così cittadini, istituzioni, associazioni e tutte le altre realtà del comprensorio sono pronte a scendere in piazza per manifestare preoccupazione e timori, ma anche e soprattutto la determinazione a non lasciar “morire” l’ospedale di Albenga, che per qualcuno è tenuto in vita anche e soprattutto dal reparto di ortopedia.

“Sarà un incontro non partitico e aperto a tutti – sottolinea il primo cittadino di Albenga Giorgio Cangiano – Vogliamo fare sentire la voce di un intero territorio preoccupato dal fatto che la fine dell’esperienza Gsl sia il preludio alla chiusura del nostro ospedale”
“Il caso Gsl – aveva detto qualche giorno fa Cangiano – è solo la punta dell’iceberg di una situazione che rischia di compromettere il sistema sanitario del nostro comprensorio. Quello che temiamo è che con la decisione della Regione senza peraltro un confronto aperto possano venire meno anche tutti quei reparti tipo radiologia, mios e rianimazione collegati al Gsl. Ecco perché ci aspettiamo delle risposte concrete da parte degli amministratori regionali e questo ci sembra un invito che devono accogliere per rispondere alle esigenze della comunità”.

Tra i sostenitori dell’iniziativa c’è anche il Centro Pannunzio, il cui presidente Pier Franco Quaglieni afferma: “La manifestazione di venerdì a tutela dell’ospedale di Albenga e del suo futuro deve esprimere la coralità di una protesta che tocca indifferentemente amministratori e semplici cittadini. Le associazioni sono un elemento importante per dare un senso davvero corale che comprenda la società civile e non solo la politica”
Il Centro Pannunzio lancia poi l’appello, chiedendo che sia evitata ogni polemica politica contingente, per dar vita ad uno sforzo comune di tutti a tutela dell’ospedale: “Come nel 2012, è necessario che la comunità ingauna senta da vicino l’importanza di un evento che deve avere al centro solo ed esclusivamente l’ospedale, un servizio irrinunciabile per la comunità albenganese, Alassio, Andora e l’entroterra. Nel momento in cui l’ospedale fosse ulteriormente depotenziato o addirittura chiuso sarebbero tutti penalizzati. Sarebbe inoltre indispensabile chiedere la riapertura del pronto soccorso, la cui chiusura è stata il primo elemento della crisi dell’ospedale .”
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