Villanova d’Albenga. L’ex pilota austriaco Thomas Bleiner e gli investitori che hanno creduto nel suo piano di rilancio hanno ottenuto l’assegnazione del Clemente Panero di Villanova d’Albenga.
Le azioni pubbliche che costituiscono il pacchetto di maggioranza dell’Ava che gestiscono il Panero sono passate ai privati ovvero all’unico offerente che ha messo nero su bianco il suo piano d’azione per dare nuova vita allo scalo villanovese. La commissione ha ratificato quanto aveva già stabilito lo scorso 9 novembre, ma una copia della documentazione contenente l’offerta di Bleiner & C era già stata inoltrata all’Enac e al Ministero dei Trasporti già 24 ore dopo la scadenza del secondo bando il mese scorso (un primo bando era andato deserto a settembre ndr)
Il socio di minoranza Camillo Enrile (così come gli altri soci) aveva il diritto di prelazione che però non ha esercitato. Dietro l’ex pilota austriaco ci sono potentissime società straniere. Per esercitare il diritto di prelazione doveva presentare un piano analogo a quello dell’offerente Thomas Bleneir. In soldoni si tratta di un investimento sullo scalo del ponente ligure del valore di 20 milioni di euro. Tutto questo per un rilancio “vero” del Panero.
La verità è che dal 24 settembre del 2014 lo scalo ha voltato davvero pagina. L’Enac aveva affidato la concessione ventennale ad Ava del Panero, ma aveva anche detto chiaramente: una delle condizioni per rilasciare la concessione ventennale all’Ava (passaggio già ottenuto ndr) questa deve per forza vendere le quote degli enti pubblici e lo deve fare entro il 2016. Non solo: in quattro anni deve pure azzerare le perdite.
Tornando ai giorni nostri invece il piano d’azione dell’investitore è importante e sostanzioso e lo ha presentato la settimana scorsa all’Unione Industriali di Savona con investimenti e futuro garantito ai dipendenti che non saranno licenziati. Anzi è facile che per loro qualcosa possa anche cambiare, probabilmente in meglio, visto che l’Ava era stata costretta a ricorrere ai contratti di solidarietà piuttosto che licenziare. E in un momento difficile come questo con una società pronta a fare un grosso investimento non è roba da poco.