Giallo a savona

Si schianta con un’auto “ricercata”: finisce in manette come “pirata”, ma il giudice non convalida l’arresto

Nei guai è finita una 47enne incensurata che è stata accusata di aver speronato un'auto e uno scooter per poi fuggire

foto incidente via luigi corsi 21 novembre

Savona. Tre incidenti stradali, una Nissan Micra “pirata” e un’automobilista che finisce in manette (l’arresto non è stato convalidato dal giudice) con le accuse di fuga e omissione di soccorso. Sono questi i tasselli di un’intricata vicenda accaduta nella serata di sabato a Savona che ha coinvolto una quarantasettenne incensurata.

La donna infatti ha finito per essere arrestata mentre si trovava all’ospedale San Paolo dove aveva accompagnato il suo fidanzato, rimasto coinvolto insieme a lei in un incidente stradale “autonomo”, intorno alle 23, sul ponte di via Luigi Corsi. Uno schianto nel quale non erano stati coinvolti altri mezzi: la Nissan Micra guidata dalla quarantasettenne ha colpito le barriere “new jersey” del cantiere sbattendo prima da un lato della carreggiata e poi dell’altro.

Dopo lo scontro, visto che il compagno era ferito al naso e alla fronte, i due sono andati al San Paolo ed è a questo punto che è saltato fuori un retroscena inaspettato: la stessa Micra era “ricercata” dalla polizia municipale e dai carabinieri perché qualche ora prima era rimasta coinvolta in due incidenti nel giro di pochi minuti e, dopo aver speronato un’auto e uno scooter in corso Mazzini (all’angolo con via Giacchero), anziché fermarsi, chi era al volante era fuggito.

Gli accertamenti svolti dagli investigatori hanno portato a sospettare che al volante della Nissan Micra (non intestata, ma in uso alla donna) ci fosse sempre la stessa persona. Di qui la scelta di arrestare la quarantasettenne che però ha negato con decisione di essere stata alla guida dell’auto quando in corso Mazzini ha speronato un’altra vettura e buttato a terra uno scooterista (che è rimasto ferito).

Concetti che sono stati ribaditi anche questa mattina in tribunale dal legale della signora, l’avvocato Dominique Bonagura, che sottolineato la presenza di molte incongruenze nella ricostruzione di quanto accaduto. In aula è infatti emerso che il compagno dell’imputata, ascoltato in ospedale come persona offesa avrebbe fornito versioni discordanti: in particolare in un primo momento avrebbe detto di essere stato lui al volante della vettura, salvo poi ritrattare non appena i militari hanno fatto riferimento agli altri incidenti. Il difensore ha poi sottolineato come la sua assistita sia rimasta tutta la sera in un bar prima di mettersi al volante ed avere l’incidente in via Luigi Corsi. Non sarebbe stata quindi lei la persona al volante dell’auto quando ha speronato gli altri due mezzi (una delle ipotesi è che qualcuno abbia preso l’auto in prestito e abbia causato gli incidenti e, di conseguenza, quando la quarantasettenne è rincasata era all’oscuro di quanto successo qualche ora prima).

Alla luce di quanto emerso durante l’udienza di convalida il giudice Marco Canepa ha scelto di non convalidare l’arresto della donna: “Non è avvenuto in flagranza e, di conseguenza, il reato non è stato accertato nell’immediatezza dei fatti. Inoltre anche dalla ricostruzione della polizia giudiziaria emergono dubbi e credo siano insussistenti i gravi indizi di colpevolezza”.

Il processo per direttissima, vista l’opposizione del difensore della quarantasettenne, che ha chiesto di poter svolgere indagini difensive, non è stato celebrato. Gli atti torneranno quindi al pm che dovrà valutare nuovamente la posizione della presunta automobilista pirata.

“Sicuramente faremo delle indagini difensive che consegneremo al pubblico ministero perché siamo sicuri di poter dimostrare l’estraneità della mia assistita dalle contestazioni che avevano portato al fermo” la precisazione che arriva dall’avvocato Bonagura.