Regione. Lotta alla vespa velutina: interviene la Regione Liguria. “Siamo molto preoccupati dalla presenza della vespa velutina localizzata nelle province di Savona e Imperia e del rischio di diffusione su tutto il nostro territorio visto che, a detta degli esperti, la Liguria potrebbe fungere da corridoio di diffusione di questo insetto anche in altre regioni”. A lanciare l’allarme è l’assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai.
Mai, a margine dell’incontro avuto con le categorie degli apicoltori e tutti i soggetti coinvolti nell’ambito del contrasto all’espansione sul territorio della vespa velutina o calabrone asiatico che dal 2012 sta causando perdite fino al 50% di alveari in alcune zone del ponente ligure, ha aggiunto: “E’ importante intervenire subito coadiuvando le strategie messe in campo dal progetto europeo Life, andando a colmare eventuali lacune ed evitare di creare doppioni inutili di intervento”.
Per affrontare questa nuova minaccia, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino, che ha individuato a Loano il primo esemplare giunto in Italia, in collaborazione con il Politecnico di Torino, AsproMiele e l’Abbazia dei Padri Benedettini Santa Maria di Finalpia, hanno realizzato un progetto europeo di tipo Life stop Vespa che è stato selezionato e cofinanziato dalla Commissione Europea per un budget totale di 2,3 milioni di euro.
Il progetto, avviato a settembre, ha lo scopo di introdurre nuove tecniche di individuazione e distruzione dei nidi del calabrone asiatico, in modo da impedirne l’espansione. Allo studio anche uno speciale radar entomologico che consentirà di seguire gli animali al loro ritorno al nido, in modo da localizzarlo e rimuoverlo.
“Da alcuni giorni sono attive in Liguria e in Piemonte delle squadre di monitoraggio, finanziate dal progetto, che hanno il compito di ricercare i nidi del calabrone asiatico – ha detto l’assessore Mai -. Una parte importante del progetto riguarda le attività di comunicazione, la sensibilizzazione del grave rischio, l’allestimento di une rete diffusa di monitoraggio e la definizione di procedure d’intervento. A fianco del progetto Life, è indispensabile la collaborazione di tutte le istituzioni, le associazioni e i cittadini in generale nel fornire segnalazioni e ogni informazione utile”.
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