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La clinica San Michele di Albenga e il giallo dell’accreditamento con la Regione video

Struttura accreditata dal 2004 che in undici anni ha beneficiato solo di proroghe dopo essere stata sottoposta a ispezioni dell'Asl

clinica san michele

Albenga. La clinica San Michele di Albenga autorizzata dal Comune di Albenga, accreditata dalla Regione e “accordata” con l’Asl 2 del Savonese, è finita nel mirino dopo la morte di una paziente che si era sottoposta ad un intervento di liposuzione.

La struttura, dal 2009, è stata rilevata da una gestione fallimentare, con 55 dipendenti in cassa integrazione, dalla Enne Srl. “Prestiamo servizio con la formula della tripla A – spiega – Con l’autorizzazione ottenuta dal Comune di Albenga, con l’accreditamento ottenuto dalla Regione Liguria e con l’accordo convenzionale sottoscritto con l’Asl 2 del Savonese. L’intervento a cui è stata sottoposta la signora non rientrava in un’operazione in convenzione con il servizio sanitario nazionale – ripete l’amministratrice – Era una paziente seguita dal chirurgo che si avvale della nostra struttura”.

Dalla documentazione emerge che la clinica San Michele di via Pontelungo è stata accreditata nel lontano 2004. Da allora i rinnovi, dovuti nell’arco dei successivi tre anni, sono saltati.

L’amministratore unico è appunto la dottoressa Gentile nominata il 9 agosto 2011. L’anno prima la Enne Srl aveva sottoscritto un accordo con l’Asl per offrire prestazioni sanitarie e due anni dopo la stessa Asl aveva deciso di confermare la collaborazione con la San Michele di Albenga per effettuare la fase riabilitativa dei pazienti come ad esempio quelli operati presso la Gsl, quindi prestazioni di riabilitazione intensiva in regime di ricovero inviati dalle strutture riconosciute dall’Asl compresi gli accertamenti diagnostici e di laboratorio ruotanti, assistenza alberghiera e tutelare.

“La nostra struttura – dice l’amministratrice Anna Maria Gentile – mette a disposizione quaranta posti per la riabilitazione”. Periodicamente la struttura è sottoposta a controlli preventivi da parte del personale dell’Asl anche senza avvisare la direzione della clinica. Una procedura di controllo che prevede l’accesso di funzionari dell’Asl2 che poi hanno il compito di redarre un verbale dopo aver controllato tutti i locali della clinica, compresa la sala operatoria. Se venissero riscontrate delle anomalie è compito dell’Asl comunicarle alla Regione per i provvedimenti di competenza. A carico della San Michele il mantenimento degli standard qualitativi e quantitativi nel rispetto della normativa vigente in materia di igiene, prevenzione e sicurezza sul lavoro.

Aspetto questo che ovviamente riguarda anche il personale che deve uniformarsi alle procedure e agli accordi stipulati tra la struttura e la stessa Asl che si riserva anche di introdurre sistemi di valutazione del raggiungimento degli obiettivi di recupero funzionale attraverso l’utilizzo di scale di valutazione validare e riconosciute dalle società scientifiche di riferimento.

“Le verifiche nella nostra struttura – precisa Anna Maria Gentile – sono costanti. Noi assicuriamo l’utilizzo di attrezzature, impianti e dispositivi conformi alla vigente normativa in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro”.

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