Associazione ingauna

Albenga, scommesse online non autorizzate e gioco d’azzardo: una condanna

Condannato il presidente dell'associazione "Porta Mulino", assolti il fratello ed un frequentatore del locale privato

tribunale Savona

Albenga. Secondo la Procura, tra il 2003 e il 2009, all’interno di un’associazione privata di Albenga, la “Porta Mulino III”, era stata messa in piedi un’attività di scommesse online non autorizzate e gioco d’azzardo. Per questa vicenda erano finite a giudizio tre persone, Innocenzo Parisi, 55 anni, il fratello Pietro Parisi di 49, e Rosario Bondì, di 72 anni, tutti residenti ad Albenga.

Ad Innocenzo Parisi, presidente dell’associazione “Porta Mulino III” e a Rosario Bondì, considerato un “assiduo collaboratore”, veniva contestata l’accusa di aver svolto un’attività finanziaria senza essere iscritti all’elenco apposito: avrebbero fatto prestiti di denaro ai soci e ai frequentatori dell’associazione per l’impiego nel gioco d’azzardo (macchinette, ma anche tornei di carte). A tutti e tre gli imputati (difesi dall’avvocato Paolo Gianatti) infatti era poi stata contestata l’accusa di aver organizzato giochi d’azzardo nei locali dell’associazione, ma anche di aver esercitata senza la necessaria licenza attività organizzata per la raccolta di scommesse a mezzo di apparecchi elettronici.

Accuse che questa mattina sono cadute totalmente per Pietro Parisi e Rosario Bondì che sono stati assolti per non aver commesso il fatto (nel dibattimento è emerso che non avevano nessun ruolo gestionale nell’associazione), mentre Innocenzo Parisi è stato condannato a nove mesi di reclusione e 3 mila euro di multa (per le contravvenzioni contestate in relazione all’attività di scommesse illecite e il gioco d’azzardo, il giudice ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione).

Il difensore dei tre imputati, l’avvocato Gianatti, ha espresso moderata soddisfazione: “Per due degli imputati è stata accertata l’estraneità ai fatti contestati, mentre per il terzo attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza e valutare di ricorrere in Appello”.

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