Savona. Nuova udienza questa mattina del processo per un caso di circonvenzione d’incapace che vede a giudizio una signora, P.C., accusata di essersi fatta comprare un’auto da una signora ottantenne.
Questa mattina in aula, dopo i consulenti di parte, è stata ascoltata proprio l’imputata che ha rilasciato spontanee dichiarazioni. “Ci tenevo a precisare come ho conosciuto la signora. Era circa dieci anni fa: lei era venuta al Santa Corona, dove io lavoravo, per una visita. Da quel momento abbiamo iniziato ad avere rapporti: quando tornava in ospedale la signora passava sempre a salutarmi e abbiamo legato sempre di più”.
“Ho iniziato ad accompagnarla a fare commissioni e cose simili. Per me era un rapporto di amicizia e non ero in alcun modo sua collaboratrice o cose simili” ha detto P.C. che, nello specifico, sull’episodio dell’auto (una Fiat Panda) ha precisato: “Dopo che è mancato il marito lei ha iniziato a dirmi che mi voleva fare questo regalo. Io dovevo prendere l’auto e lei ha voluto a tutti i costi pagarla, ma senza nessuna costrizione e condizionamento”.
“Fino all’ultimo – ha riferito l’imputata – io e mio marito abbiamo cercato di pagarla. Avevo anche smobilitato novemila euro dal conto il giorno prima del ritiro, ma lei però ha insistito per pagarla. Lei era una donna caparbia e testarda ed era difficile farle cambiare idea”.
Il processo proseguirà il prossimo 25 febbraio. Tra l’altro, la presunta vittima, è la stessa anziana che, secondo la Procura di Savona, sarebbe stata raggirata anche dal maresciallo dei carabinieri di Pietra Ligure Santino Piazza.