Lutto nella pallacanestro

Savona piange la scomparsa di Settimio Pagnini

Allenatore della nazionale femminile negli anni ’70 conquistò anche un quarto posto ai Campionati del Mondo

Varie Sport 2015-2016

Savona. Lutto nella palla a spicchi savonese. Settimio Pagnini, 94 anni è morto lasciando un grande vuoto non solo per gli amanti del basket, ma dello sport in generale. Una carriera lunga e ricca di esperienze quella di Pagnini che ha vissuto i grandi momenti della storia della pallacanestro dell’Italia, essendo stato un membro attivo della Resistenza dal 1943.

Insignito della Stella d’Oro al merito sportivo nel 1995, Settimio Pagnini ha guidato la Nazionale A femminile al bronzo europeo nel 1974 a Cagliari e al quarto posto ai Campionati del Mondo dell’anno seguente in Colombia. Due risultati storici che hanno rappresentato il culmine di una lunghissima esperienza nella pallacanestro femminile.

Ha collaborato con le nazionali giovanili fino all’anno 2000, con le quali ha vinto ulteriori due bronzi all’Europeo nel 1973 con la categoria Juniores, e con le Cadette in Finlandia nel 1982.

In molti lo piangono oggi a Savona, dov’era nato e da cui era partito per la sua fulgida carriera.

“Settimio Pagnini era un uomo umile, con un profondo senso del pudore e una immensa passione per il proprio lavoro. Sono valori rari, comuni solo ai grandi, a coloro che nella vita hanno operato per costruire, per lasciare qualcosa agli altri prima che a stessi” ricordano il sindaco di Savona, Federico Berruti, e l’assessore comunale allo sport, Luca Martino.

“Per questa ragione – proseguono -, Pagnini non amava apparire. Eppure è stato un assoluto protagonista della storia della nostra città e non solo. Pagnini è stato prima di tutto un convinto antifascista, rischiando la vita assieme a tanti altri giovani nel fronte della gioventù e nelle sap. Egli stesso, negli ultimi tempi, ritornava spesso su quell’epoca della propria vita comprendendo il valore e l’attualità di quelle scelte che dentro di sé aveva sempre considerato normali. E forse è stata proprio la voglia di ripartire dopo il dramma della guerra a farlo diventare uno dei padri fondatori dello sport a Savona“.

“Sarebbe infatti sbagliato ricordarlo solo come un uomo della pallacanestro – affermano -. Pagnini è stato un atleta, pioniere allenatore e giocatore di pallanuoto, organizzatore e partecipante alle prime gare di nuoto in darsena assieme a Mantero e Selis, e ancora allenatore di pallavolo e a tempo perso, giocatore di pallone“.

“Certamente la pallacanestro – ricordano Berruti e Martino – “è stato il suo amore più grande, tanto grande da esser considerato egli stesso ‘la pallacanestro’. In tanti ricorderanno la fondazione della Cestistica che arrivò fino alla Serie A nel 61 con la femminile e che negli stessi anni sfiorò con la maschile venendone scippato, come continuava a sostenere ancora oggi con malcelata delusione. Con la Nazionale femminile è arrivato ai vertici del basket nazionale partendo da un territorio che non aveva quasi tradizione in quella disciplina”.

Ma quella che è stata la sua impresa più grande è forse quella che ai più può sembrare insignificante. Nel 1998, alle soglie degli 80 anni, Pagnini ha fondato a Savona lo Scuola Basket Team. Lo ha fatto perché la pallacanestro a Savona era in crisi, perché c’era bisogno di qualcuno che la rilanciasse e perché contava l’obiettivo non l’età. Pagnini ha sempre mantenuto la mentalità del ragazzo, dalle cantine dove si stampavano i volantini del fdg alle panchine della Nazionale di basket; una mente umile e libera che per questo – concludono -, malgrado tutto, amava essere ricordato come trombettiere degli alpini“.

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