Pietra Ligure. “L’ospedale Santa Corona è un Dea di 2^ livello e perciò deve avere la cardiochirurgia, così come previsto dal decreto del Governo numero 70 del 2015. Il Global Service è una opzione percorribile, con costi coperti dal servizio”. Così il vicecoordinatore di Forza Italia Marco Melgrati, che aggiunge: “Il service è un contratto di outsourcing, che consente alle Aziende Ospedaliere di valutare e pianificare in modo preciso i propri costi e ricavi in funzione delle reali attività svolte o previste. La Liguria ha una popolazione di un milione e 583 mila abitanti con un tasso di anzianità che è la più elevata in Italia. Il fabbisogno di interventi di cardiochirurgia basato sulla stima delle linee guida nazionali che prevedono circa 850-1000 interventi per milione di abitanti si aggira sui 1.345-1.500 operazioni anno”.
“Al momento attuale in regione vengono eseguiti circa 1050 interventi cardiochirurgici in 2 strutture (azienda ospedaliera San Martino di Genova, pubblica, e Iclas di Rapallo, villa Azzurra, struttura privata) entrambe localizzate nel Levante della regione. Le 2 strutture non sono in grado di coprire adeguatamente le necessità del territorio; la differenza tra le stime ed i dati reali di attività è imputabile ad una consistente mobilità passiva (fughe di circa 400 pazienti) verso le altre regioni confinanti (Lombardia, Piemonte e Toscana) e ad un problema culturale ed organizzativo che limita un corretto utilizzo del ricorso alla cardiochirurgia”.
Prosegue Melgrati: “Questo problema è particolarmente sentito dalla popolazione che vive nel Ponente della regione che sicuramente non ha un accesso sfavorevole a questo tipo di trattamento soprattutto per i casi di urgenza e di emergenza, per ragioni legate all’orografia e alla geografia regionale. Vi è chiaramente la necessità di un terzo polo cardiochirurgico localizzato nel Ponente per coprire il fabbisogno regionale. Tale polo dovrebbe trovare una collocazione idonea all’Ospedale Santa Corona che dispone di attività consolidata di rianimazione intensiva , di chirurgia vascolare, di chirurgia toracica e neurochirurgica, e di emodinamica H24 (finalmente, dopo la battaglia portata avanti con successo), ma che è definito in maniera assolutamente inappropriata struttura con Dea di secondo livello in quanto carente di attività cardiochirurgica”.
“Trattandosi di Dea di II Livello, sancito con una mozione approvata all’unanimità dal consiglio regionale nella passata legislatura, l’unico in Liguria oltre l’ospedale San Martino, che serve tutto il ponente della regione, ai sensi del Decreto n. 70/2015 sugli standard ospedalieri, nell’ooOspedale Santa Corona di Pietra Ligure deve essere presente la cardiochirurgia. Con questo tipo di servizio si evita l’istituzione di un reparto, i costi fissi dei medici e del personale infermieristico, utilizzando i posti letto e le Strutture Complesse già esistenti in appoggio e collaborazione”.
“L’attività cardiochirurgica, potrebbe essere acquisita tramite un servizio di global service, si renderebbe disponibile in tempi rapidi, coprirebbe la necessità attuale (stimata in circa 350 interventi anno) e corrisponderebbe ad un costo di rimborsi Drg di circa 7 milioni di euro. Tale costo è decisamente inferiore a quanto stanziato dalla regione stessa per l’Iclas di Rapallo (10 milioni per il 2015) e molto inferiore a quanto speso per gestire l’attività cardiochirurgica presso la struttura pubblica del San Martino di Genova. La struttura della cardiochirurgia potrebbe essere accomodata con minime opere strutturali presso gli spazi attualmente liberi adiacenti la cardiologia e l’emodinamica (e in stretta vicinanza con la rianimazione ed il pronto soccorso del Santa Corona). Come sala operatoria potrebbe essere utilizzata una delle sale adiacenti alla rianimazione. Il personale specialistico (3 cardiochirurghi, i perfusionisti e i ferristi) con il materiale di consumo verrebbero forniti dal service. Come detto in precedenza, un progetto così strutturato permetterebbe di offrire ai pazienti del Ponente Ligure nuove prestazioni ad alta specializzazione con un costo delle procedure (che l’ente paga al fornitore del servizio) che è inferiore ai DRG che incassa dalla Regione”.
“Ho già segnalato questa ipotesi all’Assessore alla Sanità Sonia Viale – conclude Marco Melgrati – Spero possa e voglia cogliere questa grande opportunità che non rappresenta un nuovo centro di costo, ma addirittura un guadagno per l’ente, fornendo al territorio di tutto il ponente della Liguria una occasione incredibile e una sicura riqualificazione per il plesso dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, Dea di II Livello. Inoltre Si potrebbero recuperare, con questo sistema, le fughe verso le vicine regioni (circa 400 pazienti l’anno) con Drg altissimi, che incidono pesantemente sul bilancio sanitario regionale”.