Niente processo

Espone contrassegno per disabili del padre fotocopiato, ma il falso è “palese”: assolta

Ad una 53enne finalese era stato contestato il reato di falso dopo un controllo dei vigili

nuovo contrassegno disabili
Foto d'archivio

Finale L. Nell’agosto del 2012 esponeva una fotocopia a colori del contrassegno per disabili rilasciato al padre sul cruscotto della sua auto parcheggiata in un’area di sosta a pagamento di Finale. Un particolare che non era sfuggito ai vigili che avevano contestato ad una cinquantaquattrenne il reato di falsità materiale e uso di atto falso.

Accusa dalla quale la donna, questa mattina, in tribunale, è stata però assolta “perché il fatto non sussiste”. I suoi legali, gli avvocati Simona Noceto e Alfonso Ferrara, hanno infatti presentato una richiesta di proscioglimento prima del dibattimento sulla base di una sentenza del maggio 2015 della Corte di Cassazione.

Secondo la Suprema Corte infatti se il falso è “palese” non sussistono i presupposti per contestare il reato di falso: “la fotocopia – si legge nella sentenza – di un documento originale, se priva di qualsiasi attestazione che ne confermi la sua originalità, non integra alcun falso documentale”. E i legali dell’imputata hanno sostenuto che, non presentando l’ologramma argentato in uso in quel periodo nei permessi rilasciati dal Comune di Finale, era chiaro che il contrassegno non fosse l’originale.

I difensori hanno anche fatto riferimento alla relazione di servizio dei vigili finalesi che, riferendosi al contrassegno, avevano precisato: “a prima vista il documento poteva sembrare identico all’originale, ma da un controllo più approfondito non presentava l’ologramma argentato in uso a quel tempo dal Comune di Finale Ligure, per l’emissione dei contrassegni per i disabili”.

La tesi difensiva, evidentemente, è stata recepita dal giudice Francesco Giannone che dopo essersi ritirato in camera di consiglio ha prosciolto la donna.

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