Savona. Una apertura “condizionata”: così può essere interpretata la replica di Bit Savona alla decisione della Regione di ridiscutere dall’inizio il progetto del deposito di bitume nel porto savonese.
Un “no” secco al sito individuato e autorizzato in passato, quello della Regione: una presa di posizione che da un lato è stata accolta con soddisfazione da tutte le parti politiche, e dall’altra si è trascinata dietro ovvie critiche perché assunta in modo tardivo rispetto al progetto, che in questi anni ha superato tutti gli step autorizzativi proprio nel sito ora ritenuto “inadatto”.
Proprio su questo fa leva l’azienda, che ricorda: “Bit Savona è stata costituita nel 2010 per progettare, costruire e gestire un terminal per il bitume tecnologicamente avanzato nel Porto di Savona, al fine di consolidare e meglio organizzare il traffico di circa 60 mila tonnellate già operato nel porto di Savona – Vado L. negli anni precedenti”.
In ogni caso nessun braccio di ferro, ma ampia disponibilità a sedersi intorno a un tavolo: “Bit Savona prende atto della posizione assunta dal Consiglio Regionale a ratifica della delibera Commissione Ambiente e Territorio e ribadisce la disponibilità ad un confronto trasparente con Enti territoriali e Ministero Sviluppo Economico, titolare del procedimento”.
“Tale disponibilità, manifestata nei giorni scorsi al Mise ed alla Regione Liguria – precisa l’azienda – è finalizzata a condividere approfondimenti tecnici al fine di poter fornire ulteriori elementi di rassicurazione in merito all’impatto ambientale del progetto, nella consapevolezza di aver operato nella massima correttezza tutti i passaggi richiesti dalla legislazione ed avendo ottenuto parere positivo da tutti gli Enti coinvolti nel complesso iter autorizzativo“.
Insomma, sì al dialogo, ma tenendo ben presente che la “mission” di Bit Savona è specificamente quella di costruire un deposito di bitume a Savona, e che quello stesso deposito ha superato tutti i passaggi necessari: resta da capire dove porterà quel dialogo, e quanto Bit sarà disposta a cedere alle “nuove” richieste della politica. Quella stessa politica che, fino a pochi mesi fa, l’ha sempre appoggiata.