Civiltà

Stella accoglie i profughi nigeriani con una festa: “Anche loro hanno paura come noi”

Tra i profughi anche due neonate: "Questo dimostra l'emergenza in cui vivono - ha detto il sindaco - altrimenti non avrebbero affrontato un viaggio simile"

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Stella San Giovanni. Torte fatte in casa, bibite portate dai residenti, clima gioioso: così, ieri sera alle 21, sono stati accolti i profughi nigeriani dagli abitanti di Stella, con una festa organizzata dalle parrocchie, le Anspi, le Associazioni di volontariato e il Comune di Stella.

Un’ampia sala gremita di persone ha così idealmente abbracciato alcune famiglie di giovani nigeriani, con due bambine piccolissime: a porgere loro i saluti della città il sindaco, Marina Lombardi, il parroco, don Giuseppe Pometto, e il presidente della Comunità dei musulmani della Liguria, Zahoor Ahmad Zargar (alcuni profughi erano cristiani, altri musulmani).

“Stella è stata chiamata a farsi carico del problema degli sbarchi dei profughi affrontando due incertezze – ha spiegato il primo cittadino – dove ospitarli e la normale paura di ciò che non si conosce”. La struttura di accoglienza è stata trovata in una ex scuola ormai inagibile che, in tempi rapidissimi, è stata ripulita e riadattata. La paura invece, ha spiegato, è stata accantonata ragionando sul fatto che anche loro, i profughi, hanno paura, giunti in un paese di cui non conoscono la lingua e le abitudini, dopo un viaggio tanto spaventoso. Fa riflettere il fatto che, quando sono partiti, una delle bimbe avesse venti giorni: difficilmente i genitori l’avrebbero fatto se non fosse stata un’emergenza.

“Anche noi siamo colpevoli del disastro ambientale – ha ricordato poi il sindaco – dell’impoverimento e della destabilizzazione della Nigeria. Infatti, le compagnie petrolifere internazionali (tra cui ENI) hanno devastato il Delta del Niger, hanno contaminato falde acquifere, corsi d’acqua, foreste, mangrovie e campi coltivati, rendendo la vita impossibile agli indigeni. Senza considerare il ‘gas flaring’, un processo fortemente inquinante per l’atmosfera”.

Il dottor Paolo Ceccarelli, responsabile migranti della Prefettura di Savona, ha spiegato che nel mondo, a causa di guerre, povertà e inquinamento, si stanno muovendo un miliardo e 700mila persone. L’Africa ha più di un miliardo di abitanti, in maggioranza giovani, mentre l’Europa va verso i seicento milioni, in maggioranza anziani. Quello che viviamo oggi è, dunque, un fenomeno migratorio molto complesso, per cui i profughi devono essere accolti nelle varie regioni.

Alla Liguria spetta una quota suddivisa per il 50% nel genovese, il 20% nel savonese, il 15% a Imperia e La Spezia. I profughi sono considerati richiedenti asilo se fuggono da guerre in corso o bisognosi di protezione umanitaria se soggetti a dittature, persecuzioni religiose, ecc. Vengono esaminati da una commissione al loro arrivo a Genova: chi non risponde a questi requisiti viene espulso. Queste persone non possono lavorare fino a quando non è stata decisa la loro posizione, ma possono fare del volontariato aiutando la comunità che li ospita. Vengono loro assegnati- dei 34 euro giornalieri per fornire loro cibo, assistenza medica, sociale – 2,50 euro al giorno più una ricarica telefonica da 15 euro al loro arrivo.

I fondi usati, ha spiegato Ceccarelli, sono in parte europei e in parte italiani, ma comportano una ricaduta occupazionale perché le cooperative o associazioni che si occupano dei migranti (vincitrici di gare bandite regolarmente) hanno bisogno di personale di vario genere. La comunità che li accoglie (in questo caso Stella) non ha costi ma un benefit di affitto dei locali e gode delle loro prestazioni di volontariato.

“Non sarà facile integrarsi, cioè incontrarsi – ha concluso Marina Lombardi – ma Stella è la patria di un grande Presidente, Pertini, che ha combattuto per la pace e la libertà di tutti”.