Savona. “Dal 7 settembre 2015 questo ufficio chiuderà e non sarà più operativo”. Recita così il messaggio con cui viene annunciata la chiusura dell’ufficio postale dell’Ipercoop di Savona da qui a 30 giorni esatti.
Una notizia che non coglie di sorpresa: della soppressione dello sportello, che si inserisce nel più ampio piano di ridefinizione degli uffici da parte di Poste Italiane, si era cominciato a parlare addirittura l’inverno scorso. Ma l’annuncio di una data precisa, che pare per lo più assolutamente definitiva e non soggetta a possibili ulteriori rinvii, di certo riaccenderà i riflettori su una questione che a suo tempo aveva scatenato più di una protesta da parte degli utenti.
Le voci su una possibile chiusura si inseguono già da inizio febbraio, come detto, da quando la Cisl, in un comunicato, si scagliava contro la scelta di Poste Italiane di “tagliare” alcuni uffici. Il sindacato ne elencava quattro in provincia di Savona: Ellera, Casanova di Varazze, Finale Ligure 1 e, appunto, le poste del centro commerciale Il Gabbiano di Savona. Apriti cielo: la rivelazione aveva scatenato le reazioni dei savonesi, data la comodità e l’utilità dell’ufficio.
All’epoca però nulla risultava alla direzione del Centro, e così le voci cessarono. Tregua di breve durata: il 17 marzo la notizia della chiusura era tornata prepotentemente d’attualità. Con, questa volta, una data ben chiara: il 13 aprile, giorno in cui avrebbe preso il via il piano di Poste Italiane (con il taglio o il ridimensionamento di quasi 600 uffici in tutta Italia). Il giorno dopo, di fronte alle proteste piovute da tutto lo stivale, il dietrofront: piano sospeso in attesa di valutare con Regioni e amministrazioni locali “le eccezioni” necessarie a garantire il presidio sul territorio.
Il che significava che la chiusura dell’ufficio al Gabbiano era solo rimandata. E proprio con questa consapevolezza un gruppo di cittadini aveva deciso di istituire un comitato spontaneo facendo partire una raccolta di firme contro la chiusura dell’ufficio. Iniziativa che evidentemente non ha scalfito la tutt’altro che granitica certezza di Poste.







