Savona. Piano straordinario di assunzioni previsto dalla “buona scuola”: la Cgil Savona interviene per fare chiarezza su alcuni aspetti della stabilizzazione per gli insegnanti precari.
“Si è parlato molto in questi giorni, sulla stampa ed in televisione, dell’assunzione (o, meglio, della stabilizzazione) di un consistente numero di insegnanti precari. Si tratta di un evento importante e sicuramente positivo, peraltro sollecitato ripetutamente dalle Organizzazioni Sindacali del comparto e dalla Flc Cgil in primo luogo. Tuttavia, il piano di stabilizzazione previsto dal governo nell’ambito della ‘riforma della scuola’, ha anche generato tra i precari coinvolti sconcerto, ansie e preoccupazioni. Per alcuni, a fronte della possibilità di un posto a tempo indeterminato, vi è il rischio concreto di ritrovarsi a centinaia di chilometri da casa, con tutte le problematiche conseguenti di ordine pratico da risolvere, rispetto ad esigenze di organizzazione familiare e personale” spiegano dalla segreteria savonese del sindacato.
“Vogliamo provare ad evidenziare le questioni più spinose e delicate che si sono determinate e che hanno contraddistinto la vicenda delle immissioni in ruolo del personale docente, allo scopo di tentare di fare chiarezza e sottolineare le ragioni di tanta parte del personale precario di fronte a questa possibilità. La scuola è un bene comune, un bene sociale che interessa tutti i cittadini: è sicuramente necessaria ed importante una comunicazione il più possibile corretta ed oggettiva che affronti tutte le motivazioni reali sottese, che creano disagio e determinano spesso ulteriori e irrisolti problemi nella vita dei precari” si legge nella nota della Flc Cgil.
“Oltre 71.000 precari della scuola – si legge nella nota della segreteria provinciale della Cgil – hanno presentato la domanda, ma altri circa 15.000 (quasi 1 su 5 degli aventi diritto) hanno preferito non presentare tale domanda, considerando (anche a causa del clima di grande incertezza nel quale si è svolta tutta l’operazione) troppo altro il rischio di venire assegnati ad una provincia anche molto lontana da quella di residenza e con incertissime possibilità di un rientro in tempi ragionevoli. Ovviamente gran parte della stampa e dell’informazione televisiva non hanno perso l’occasione per rimarcare come da parte di questi docenti precari sia stata ‘disdegnata’ l’opportunità di un posto fisso, finalmente offerta: ma le cose, naturalmente sono un pochino più complicate”.
“Va quantomeno sottolineato che il profilo della stragrande maggioranza delle persone che non hanno presentato la domanda (o che alla fine l’hanno presentata ma “obtorto collo”) è quello di precari (soprattutto donne) non più in età giovanissima (ma con molti anni di insegnamento alle spalle) con famiglia e figli, situazione questa che rende assai problematica la prospettiva di un’assegnazione in una sede molto lontana, considerato altresì che lo stipendio iniziale di un insegnante non è tale da renderla sostenibile anche sotto il punto di vista prettamente economico. Quello che fa dispiacere è che questo tipo di problematiche si sarebbe potuto almeno in parte evitare se non si fosse scelto di compiere un’operazione nella quale hanno prevalso gli aspetti propagandistici e ‘mediatici’ e si fosse scelta – invece – la via del confronto col mondo della scuola e con il sindacato, al fine di definire un piano di assunzioni (magari anche pluriennale) di cui c’era e c’è sicuramente un grande bisogno ma meno pasticciato di questo e, soprattutto, in grado di garantire che le risorse, le professionalità e le competenze sicuramente presenti nel mondo della scuola vadano valorizzate e non disperse” proseguono dal sindacato.
“Insomma, è necessario essere consapevoli del fatto che anche quello che avrebbe potuto essere (ed in parte sicuramente è) una formidabile occasione di stabilizzazione del lavoro precario nella scuola (e peraltro da sempre sollecitata anche da parte sindacale), purtroppo, a causa dell’incompetenza, dell’autoreferenzialità e dell’ostinata determinazione a rifiutare qualsiasi tipo di confronto da parte di chi ci governa, si è rivelata un’operazione pasticciata e contraddittoria, che ha determinato una serie di gravi problemi in gran parte facilmente evitabili (bastava parlarne)”.
“Siamo consapevoli che solo con un approccio che tenga conto del punto di vista sindacale – ma soprattutto di quello delle persone reali che rappresentiamo – sia possibile comprendere con spirito obiettivo e scevro di pregiudizi quanto si è verificato, in particolare, rispetto al piano delle assunzioni e che, a partire da questo, si possa tentare di riavviare una discussione seria e di merito su argomenti cruciali quali quelli che riguardano scuola, istruzione, sistema educativo-formativo” concludono dalla Flc Cgil di Savona.