Santa pazienza

La lunga estate calda della sanità: paziente accusa convulsioni dopo ore di attesa al pronto di Pietra

Arrivata alle 13 viene visitata all'una di notte del giorno dopo

santa corona marcia

Pietra Ligure. Sta assumendo la mole di un racconto epico l’elenco di “odissee da pronto soccorso” vissute quest’estate da residenti e turisti della nostra provincia. Il 10 agosto avevamo raccontato dell’odissea di un piccolo turista svizzero, un bambino di 5 anni che al Santa Corona era stato “rimpallato” tra il pronto soccorso pediatrico e quello ordinario. Sei giorni dopo era stata la volta di un senzatetto, buttato fuori dal Pronto Soccorso di Savona nonostante accusasse ancora malori. Ancora ieri c’è stato il caso di un turista che ha dovuto attendere 14 ore al pronto di Pietra prima di poter essere visitato per dei dolori addominali.

Oggi la sfilza di vicende simili si arricchisce con un nuovo caso, quello di un “fedele lettore” di Ivg la cui moglie il 5 agosto scorso si è recata al pronto soccorso del Santa Corona per “un forte dolore” alla spalla accusato mentre stava lavorando: “Per evitare di far mobilitare l’ambulanza – racconta il lettore – alle 12.45 ha deciso di chiamarmi chiedendomi di portarla in ospedale. Arriviamo al pronto soccorso alle 13.07 per l’accettazione e ci fanno accomodare in sala d’aspetto con codice verde“.

E qui inizia il calvario: “Dopo circa un’ora e mezza, tra vari codici verdi e gialli in entrata, chiedo gentilmente ad un’infermiera almeno un analgesico, visto l’evidente gonfiore sulla spalla che raggiungeva la giugulare. Ci viene data un ‘aspirina 1000’, dopodiché per altre 4 ore nessuna notizia. Veniamo chiamati finalmente alle 18.45 per la visita e viene riscontrata dal medico di turno una contrattura muscolare. Somministrano a mia moglie una soluzione via flebo con analgesici, antidolorifici e antiinfiammatori. Dopo un’ora, finita la flebo, cerco di rincorrere un’infermiera per chiedere se era il caso di togliere l’ago o di farla vedere, visto che mia moglie accusava una forte nausea, ma l’unica risposta ricevuta è stata che in quel momento c’erano altre urgenze e bisognava aspettare anche che i medicinali facessero effetto (tempo stimato dall’infermiera 30 minuti circa)”.

“Dopo due ore – prosegue il lettore – cerco nuovamente l’attenzione di qualche medico, ma avvenuto nelle precedenti ore trascorse in ospedale, non otteniamo nessun tipo di attenzione. Alle 23.30 a mia moglie vengono le convulsioni (sicuramente a causa del dolore e dello stress). La crisi viene sedata con calmanti via flebo. All’una del giorno successivo arriviamo finalmente al cospetto del medico, che non fa altro che dire che si trattava solo di una semplice contrattura muscolare dovuta ad un colpo d’aria o un movimento inadeguato e che con del semplice riposo e qualche antidolorifico andava apposto”.

L’odissea del nostro lettore e della sua compagna è durata in tutto 11 ore: “Ciò fa capire – osserva – che qualche problema sulla gestione del pronto soccorso esiste. Io non ho mai lavorato in un ospedale, e capisco anche che alcuni codici hanno altre priorità rispetto ad altri, ma per 11 ore è stato occupato un lettino per una semplice contrattura che poteva essere destinato a persone con urgenze maggiori”.

E poi, con amarezza: “Io risiedo in Liguria da 27 anni ormai, e purtroppo la rabbia porta ad avere anche una mentalità razzista verso gli extracomunitari che hanno più diritti anche a livello di sanità, rispetto ad un italiano. Spero che questa denuncia faccia riflettere su quanto degrado esista ancora nel 2015″.

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