Il contenzioso

Ex Gavarry di Albisola Superiore, Alfa e Comune finiscono in tribunale

Operazione contestata da un gruppo di residenti della zona, che avevano presentato un ricorso al Tar

ex gavarry

Albisola. Finirà in tribunale l’operazione (sfumata) della ex Gavarry di Albisola Superiore. E per il Comune si prospetta un autunno decisamente “caldo”. 

I legali della Alfa Costruzioni hanno presentato al Comune una lettera di messa in mora, quantificando in 3,2 milioni di euro il danno provocato dall’annullamento dell’accordo di programma relativo al maxiprogetto immobiliare previsto sulle aree dell’ex stabilimento della Stabilimenti Italiani Gavarry Srl.

La cifra è quanto l’impresa ha stimato di aver investito nell’operazione Gavarry, che però è naufragata in seguito ai ricorsi al Tar e alla decisione finale del Consiglio di Stato di azzerare tutto. Per questo la famiglia Barbano, che controlla Alfa, chiede al Comune di essere risarcita.

Ma la risposta da parte del Comune è arrivata: nelle casse non ci sono a disposizione 3,2 milioni di euro. A questo punto è quasi scontato che si aprirà una causa civile e il Comune, a sua volta, potrebbe rivalersi su chi aveva approvato la variante urbanistica contestata e l’accordo di programma.

Ad essere chiamati in causa a quel punto sarebbero amministratori e funzionari dell’epoca: la Provincia che aveva coordinato il piano, la giunta comunale che aveva approvato gli atti e persino i tecnici che li avevano redatti, compresi quelli che avevano espresso parere positivo sulla regolarità tecnica.

La questione Gavarry si trascina ormai da un decennio. Dopo lunghe trattative, con la regia della Provincia, era stato raggiunto nel 2007 un accordo di programma per gestire il trasferimento a Quiliano della produzione del saponificio, convertendo in un insediamento residenziale i volumi della fabbrica di Albisola. Ma l’operazione era stata avversata da un gruppo di residenti della zona, che avevano presentato un ricorso al Tar.