La vertenza

Ex Gavarry, 34 dipendenti senza futuro e senza soldi

Da otto mesi in attesa che venga sbloccata la cassa integrazione

gavarry quiliano

Quiliano. Dallo scorso dicembre lo stabilimento è fermo e i dipendenti sono a casa senza neppure il sostegno degli ammortizzatori sociali.

Per i dipendenti della Gavarry Srl, lo storico marchio dei saponi la cui fabbrica era stata trasferita nello stabilimento di Quiliano il futuro è decisamente nebuloso.

I 34 dipendenti stanno aspettando da otto mesi che il Ministero del Lavoro sblocchi il decreto per consentire all’Inps di erogare la cassa integrazione straordinaria.

Secondo i sindacati, le pratiche si sono insabbiate alle Direzione generale per le politiche attive e passive del lavoro, alla quale spetta il compito di redigere il decreto: “E’ una situazione insostenibile – spiega Tino Amatiello, segretario provinciale della Filctem-Cgil -, questi lavoratori sono in attesa da otto mesi e fanno fatica ad andare avanti, non percependo né lo stipendio né la cassa integrazione. Il rischio è che, aperte le procedure di mobilità, i dipendenti si trovino ad andare in mobilità senza aver mai percepito la cassa integrazione”.

L’inizio della crisi della Gavarry risale ad almeno dieci anni fa. Il celebre marchio albisolese dei saponi di qualità si era trasferito nel nuovo stabilimento, costruito appositamente a Quiliano con un investimento di quasi cinque milioni di euro, dotato di un impianto fotovoltaico sul tetto, che rende la fabbrica quasi autosufficiente, e di un sistema a glicole per il raffreddamento dei saponi al fine di azzerare il consumo di acqua.

L’operazione sarebbe stata ammortizzata insieme alla Alfa Costruzioni della famiglia Barbano, che a sua volta avrebbe costruito un complesso residenziale con spazi commerciali e aree verdi al posto del vecchio impianto albisolese. Ma il progetto è naufragato e la Gavarry è entrata in crisi di liquidità.

 

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