Proposta

Emergenza cinghiali, Enpa: “La caccia non è la soluzione”

"Va applicata la legge quadro sulla caccia, che prevede metodi ecologici ed efficaci per contenere il numero degli animali"

Caccia, cacciatore

Savona. “Nell’esprimere cordoglio e solidarietà alla famiglia dell’anziano morto a Cefalù per l’attacco di un cinghiale, la Protezione Animali savonese rileva il ‘basso profilo’ tenuto da molti giornali e tutti i politici verso i responsabili di questa tragedia annunciata, i cacciatori”.

Così l’Enpa di Savona interviene sulla querelle riguardante la cosiddetta “emergenza cinghiali”, tornata d’attualità anche sul territorio ligure a seguito di quanto avvenuto in Sicilia, dove un uomo è stato attaccato da un ungulato.

Per Enpa la responsabilità della situazione è da imputare a diversi fattori: “La presenza dei cinghiali in quasi tutte le regioni italiane è dovuta alle incoscienti liberazioni di soggetti d’allevamento provenienti dall’Europa centrale, più grossi, prolifici e socievoli del piccolo, nero, timoroso e meno prolifico cinghiale locale ligure; quando negli anni ’70 ed ’80 Enpa Savona si opponeva ai ripopolamenti di cinghiali e caprioli in provincia, finalizzati ai soli scopi venatori, prevedendo le conseguenze ora sotto gli occhi di tutti, veniva semplicemente derisa dai cacciatori e politici loro amici e dagli agricoltori”.

“Oggi, dopo trent’anni di caccia aperta e di abbattimenti e catture in ogni stagione, la dimostrazione che la caccia non è la soluzione ma il problema, è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono tenerli aperti e davvero affrontarlo e risolverlo. Problema che si è aggravato ad opera delle squadre di cacciatori cinghialisti, che per anni hanno distribuito nei boschi, alcuni ancora lo fanno, tonnellate di cibo in contenitori appesi agli alberi e muniti di temporizzatore, per tenere gli animali legati al loro territorio di caccia (allegato); e gli animali hanno imparato ad associare il cibo all’uomo e, quando non ne trovano, lo vanno a cercare vicino a lui, cioè nei coltivi e negli abitati”.

Il problema va affrontato “senza isterismi e superficialità, come invece hanno ricominciato a fare alcuni sindaci liguri che chiedono assurdamente più caccia; mentre si ignora un serio studio scientifico che dimostra che la caccia, distruggendo l’organizzazione sociale dei branchi, moltiplica il numero delle gravidanze e quindi delle nascite, con il risultato che nei territori aperti alla caccia gli ungulati sono percentualmente superiori rispetto alle zone vietate”.

La soluzione è “semplice: “Va finalmente applicata la legge quadro sulla caccia, che prevede prioritariamente metodi ecologici ed efficaci per contenere il numero degli animali che, nessuno lo dice, sono in questi ultimi anni diminuiti di numero, almeno in Liguria, a causa della malattia dei castagni e la conseguente riduzione di cibo disponibile e del numero di piccoli per cucciolata. Vanno mappate le coltivazioni a rischio e forniti agli agricoltori recinti e “pastori elettrici”, eventualmente costringendo i cacciatori ad esercitare la loro discutibile attività solo attorno a tali terreni agricoli. Ma soprattutto va affidata la gestione degli ungulati (cinghiali, caprioli, daini e, tra non molto, sarà la volta dei mufloni del varazzino e del’albenganese, che non sono arrivati a nuoto dalla Sardegna…) ad una nuova classe di studiosi e universitari coordinati dall’Ispra e svincolata dagli interessi venatori. Ed infine vanno istruiti i frequentatori di boschi e campagne, meglio se già fin nelle scuole, sui comportamenti corretti da tenere quando si incrocia un branco di cinghiali; poche nozioni che permettono un incontro sicuro e sensazionale”.

Sulla questione interviene anche il gruppo Pd della Regione, che sostiene come occorra fare chiarezza sulle competenze e adottare misure urgenti per limitare il numero degli esemplari.

Un’interrogazione sul problema del sovrappopolamento dei cinghiali e dei danni al territorio e all’agricoltura è stata presentata un’interrogazione dal consigliere Valter Ferrando e sottoscritta anche dalla Capogruppo Paita e dai Consiglieri De Vincenzi, Garibaldi, Lunardon e Barbagallo.

“La sovrappopolazione di cinghiali sta comportando problemi sempre maggiori alla produzione agricola – scrive Ferrando – e in determinate circostanze, la loro aggressività crea problemi legati alla sicurezza stradale e all’incolumità delle persone. Inoltre la presenza di numeri elevati di cinghiali crea danni a muretti a secco ed altri manufatti agricoli fondamentali per il presidio delle nostre campagne. D’altro canto, gli interventi effettuati fino ad oggi per il contenimento del numero degli esemplari non si stanno dimostrando sufficienti”.

“Occorre anche chiarire le incertezze in merito agli enti responsabili dell’attivazione delle battute di selezione – sottolinea Ferrando – dato che con la legge sul riordino delle funzioni conferite alle Province, la delega alla caccia è stata ritrasferita alla Regione”.

“La competenza perciò non è più delle Province ma della Regione ed è la Regione che ora ha il dovere di intervenire al più presto con misure urgenti e risolutive – affermano i consiglieri Pd – Non si può stare a guardare mentre i cinghiali invadono e devastano le nostre campagne”.

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