Lettera al direttore

Ricordo

Anpi Finale: “Divertiamoci, ma non dimentichiamo la memoria storica”

L'associazione partigiani interviene sul nome di uno spettacolo che si terrà a Finale: Ambaradan

In questi giorni si è aperta una polemica sul nome assegnato ad un prossimo spettacolo di intrattenimento divertente che si terrà nelle vie Finalesi: Ambaradan.

L’evento è sicuramente una splendida iniziativa che valorizza gli eclettici e poetici artisti di strada, amati ed apprezzati da tutti, ma mette in luce una dolorosa pecca della nostra società: la perdita della memoria storica.

Il termine “ambaradan” (che significa “confusione”, anche allegra) infatti deriva da un evento storico che interessò una località etiope: Amba (montagna) Aradam. Su questo promontorio si consumò uno degli episodi più efferati e violenti della storia italiana.

Nel 1936 l’esercito del generale Badoglio, supportato da volontari delle camicie nere nel corso della espansione imperialistica fascista, invase il territorio africano per accaparrarsene le risorse. La terribile battaglia avvenuta nel suddetto monte che vide la morte di 20.000 (ventimila!) etiopi, compresi donne e bambini, e le sue efferatezze (uso di gas che erano stati messi al bando dalle convenzioni internazionali proprio per l’atrocità della morte che provocano)  furono “nascoste” dal regime e troppo presto dimenticate e taciute dai libri di storia.

Lungi quindi dal pretendere di alimentare polemiche improprie sulla manifestazione, vorrei cogliere questa occasione per proporre a tutti i cittadini una seria riflessione sull’importanza della memoria, della conoscenza della nostra storia che diventa ancor più fondamentale in momenti come questi in cui il pensiero dominante razzista riduce a banali semplificazioni cause complesse e propone soluzioni improprie quando non incivili. Il filosofo spagnolo Santayana diceva che quelli che ignorano la storia sono condannati a ripeterla: occorre perciò il buon impegno di tutti (genitori, educatori, enti) affinché la conoscenza e la critica degli errori del passato ci aiutino a costruire un mondo più accogliente e degno.

L’ANPI di Finale, senza rinunciare al diritto alla critica e senza negare agli altri il diritto di criticarla, intende continuare a lavorare (con le Scuole anzitutto, col Comune e con le Associazioni) per una sinergia che aiuti a ricostruire un tessuto di solidarietà sociale e di consapevolezza che quando il problema è comune “sortirne da soli è egoismo” (come diceva don Milani) e forse è addirittura impossibile. Di questa ricostruzione si avverte urgente bisogno di fronte ai muri che, sotto la spinta della paura e dell’ignoranza, si stanno alzando in giro per il nostro mondo.

 

Il presidente della Sezione ANPI di Finale Ligure Mirko Bruzzi – Mino
Stefania Bonora