Pietra Ligure. Il 10 agosto avevamo raccontato dell’odissea di un piccolo turista svizzero, un bambino di 5 anni che al Santa Corona era stato “rimpallato” tra il pronto soccorso pediatrico e quello ordinario. Sei giorni dopo era stata la volta di un senzatetto, buttato fuori dal Pronto Soccorso questa volta di Savona nonostante accusasse ancora malori.
Meno di dieci giorni dopo, un Pronto Soccorso del savonese torna a far parlare di sé, e purtroppo ancora in negativo. Siamo di nuovo a Pietra Ligure, dove un turista che frequenta il ponente savonese da 30 anni si è recato al pronto soccorso ed è stato dimesso dopo più di 14 ore di permanenza.
Domenica l’uomo ha iniziato ad avvertire alcuni dolori addominali. Immaginando che in un giorno festivo al pronto soccorso avrebbe trovato un numero maggiore di persone e un numero minore di medici, ha deciso di aspettare il lunedì. “Arrivo a mezzogiorno – racconta – e mi rendo subito conto di un certo caos al triage, dove chi registra i pazienti fa tante anche altre cose spostandosi di posto… Nessuno mi dice nulla sino a che, alle 16, chiedo a che punto sono: prima mi dicono che non sono neanche registrato, poi mi riferiscono che ho ancora 10 persone davanti“.
Dopo 4 ore, l’uomo è ancora in attesa di essere visitato: altre due ore e mezza, e finalmente, alle 18.30, riesce ad entrare. Alle 19 i raggi, quindi il nulla. Alle 21.20 ci scrive una prima volta: “Ovviamente ci sono tante altre persone nella mia stessa situazione – racconta – alcuni sono presenti dalle 9.30/10 di mattina… una vergogna – tuona – mai riscontrato nulla di simile, un signore di fronte al sottoscritto ha eseguito i raggi alle 14.30 e non sono ancora stati refertati. Personalmente ho dei dolori addominali e dorsali, e non so ancora di cosa si tratti, se è grave o meno”.
Passano le ore, il referto non arriva. Il fastidio diventa rabbia, la rabbia diventa furia: “Vergogna per l’organizzazione, vergogna per il comune, vergogna per la Regione – ci scrive una seconda volta – Certo che ti passa la voglia anche di recarsi in una città dove non hai una garanzia minima di assistenza… ci sapremo regolare se non si prendono dei provvedimenti che garantiscano un minimo di decenza… e soprattutto bisognerebbe pubblicizzare questi disservizi, non tanto per il personale che fa quel che può, ma per la direzione sanitaria e per quei politici che ritengono che la sanità funzioni”.
Il tutto termina, per il turista, questa notte alle 2.20: “14 ore di pronto soccorso per un calcolo renale – conclude sconsolato – ma un altro paziente si è sobbarcato 16 ore di pronto soccorso per una borsite, ed un’altra 12 per un tendine di un dito della mano”. Sicuramente guariranno molto presto: la pazienza, si sa, è la virtù dei forti…