Verso la sentenza

Processo per le case cooperative di Pietra: chiesti 7 anni per Gariano

Il pm Paolucci ha chiesto anche altre quattro condanne

tribunale Savona aula

Pietra L. Cinque condanne per una pena complessiva superiore ai 20 anni di reclusione e una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione del reato. Sono le richieste avanzate questa mattina dal pubblico ministero Chiara Maria Paolucci nell’ambito del processo per la vicenda delle case cooperative di via Crispi a Pietra Ligure.

A giudizio ci sono Renato Gariano, ex presidente del Consorzio regionale cooperative ligure, la moglie Silvana Colombo, e i tre ex presidenti delle cooperative edilizie finite al centro dell’inchiesta (Domus Uno, Alfa Casa e Toirano Uno), Graziella Frasca, Emanuela Inchingolo, Claudio Baietto e al direttore dei lavori del cantiere di via Crispi, Enrico Zunino. Per loro, accusati a vario titolo e in concorso di truffa, concussione e falso, il pm Paolucci ha chiesto la condanna ad eccezione di Zunino per il quale la richiesta è stata di non luogo a procedere per prescrizione.

Queste invece le richieste di pena (relative solo ad alcuni dei capi d’imputazione contestati) per gli imputati: per Gariano sette anni di reclusione; per la moglie Silvana Colombo quattro anni e sei mesi; per Frasca e Inchingolo tre anni; per Baietto due anni e nove mesi.

Il pubblico ministero ha anche chiesto una serie di assoluzioni (“perché il fatto non costituisce reato” e “per non aver commesso il fatto”) e di “non luogo a procedere” per prescrizione per alcuni dei reati contestati a Gariano, Colombo, Frasca, Inchingolo e Baietto. Al termine della requisitoria dell’accusa il processo è stato rinviato al prossimo settembre per le arringhe difensive.

La discussione del processo era slittata nelle scorse udienze a causa di una contestazione suppletiva, per appropriazione indebita e truffa, formalizzata dal pm Chiara Maria Paolucci. La modifica del capo d’imputazione è relativa ad una truffa che Gariano e la moglie avrebbero concretizzato incassando, nel luglio del 2010, due polizze assicurative dalla compagnia “Vittoria” (per importi di 27 mila e 17 mila euro) che erano state stipulate dalla Cooperativa Edile Toirano Uno e dalla Cooperativa Edile Alfa Casa.

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