Savona. Ha ammesso di aver colpito con una bottigliata in testa il cugino della vittima, di aver scatenato la sua reazione e di essere scappato ai Bagnarci perché inseguito dai due connazionali, ma non ha “confessato” di aver ferito mortalmente Salah Boussedra, il tunisino di 31 anni ucciso venerdì sera nel corso della rissa scoppiata in via Cimarosa a Savona.
Questa mattina Mohamed Addaji (nella foto), 39 anni, il tunisino arrestato con l’accusa di omicidio volontario e rissa, è stato interrogato dal gip Filippo Maffeo e ha scelto di rispondere alle domande. L’audizione, alla quale ha partecipato anche il sostituto procuratore Daniela Pischetola, è durata oltre un’ora e il presunto assassino, assistito dall’avvocato Lucrezia Novaro, ha raccontato la sua versione di quanto accaduto nella serata di venerdì tra il bar Paradiso e i Bagnarci.
Il nordafricano ha confermato che la lite è scoppiata per un motivo banalissimo: una sigaretta. Mohamed Addaji l’ha chiesta ad Abdellaziz Boussedra che però si sarebbe rifiutato di dargliela (“Non me lo devi chiedere così, ma con altri modi” sarebbe stata la risposta). A quel punto tra i due si è scatenato un acceso diverbio che ben presto è degenerato: Addaji avrebbe infatti colpito con una bottigliata sulla testa Boussedra, un gesto che, di fatto, ha scatenato la rissa. La vittima è infatti intervenuta in difesa del cugino e con lui hanno iniziato a colpire il rivale.
Come confermano anche le telecamere di videosorveglianza dello stabilimento balneare i tre si sono azzuffati davanti al bar, finendo anche contro una vettura parcheggiata. Poi Addaji, inseguito dai due cugini, è scappato dentro ai Bagnarci dove si è scatenato il finimondo: i tunisini continuavano a tirarsi oggetti e spintonarsi in mezzo ai clienti del locale terrorizzati. All’improvviso Salah Boussedra, che era già ferito mortalmente, è svenuto per terra, Mohamed Addaji è riuscito a scappare attraverso la spiaggia (i carabinieri lo hanno intercettato poco dopo mentre cercava di nascondersi sul litorale, all’altezza del supermercato Famila), mentre il cugino della vittima invece è andato ad accasciarsi davanti al bar Paradiso dove poi è stato soccorso.
La versione di Addaji ha trovato alcune conferme nel racconto di Abdellaziz Boussedra, che è stato interrogato dopo di lui dal gip Maffeo. Anche il cugino della vittima, arrestato per rissa, infatti ha scelto di rispondere alle domande del giudice raccontando la sua versione dei fatti. L’uomo, difeso dall’avvocato Adriano Colombo, però non ha saputo chiarire la dinamica della tragedia: “Non so come sono stato ferito, non ricordo bene, ma so che ad un certo punto non vedevo più mio cugino e sono uscito in strada” ha raccontato davanti al pm e al giudice.
Per entrambi è stato convalidato l’arresto e confermata la custodia cautelare in carcere. Il prossimo passaggio dell’inchiesta sarà domani con l’autopsia su Salah Boussedra che sarà eseguita dal medico legale Marco Canepa. La speranza è che l’esame autoptico possa fornire ulteriori indicazioni utili a ricostruire con precisione quanto successo. L’unica certezza è che ad uccidere la vittima è stato un taglio all’avambraccio destro che gli ha reciso l’arteria radiale provocando una gravissima emorragia.