Rifiuti

Nessuna discarica abusiva nell’ex cava di Lavagnin: quattro assoluzioni

In udienza preliminare era già caduta la contestazione di disastro colposo

Varazze. Si è chiuso con quattro assoluzioni (“perché il fatto non sussiste”) il processo per la contestazione di discarica abusiva nell’ex cava di Lavagnin di Pontinvrea. Una vicenda per la quale erano finiti a giudizio Alberto Baccino, Emanuela ed Andrea Baccino e Marcello Minetti, gestori dell’impianto.

Inizialmente la Procura, indagando sulle presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti, aveva contestato anche altre accuse, ovvero disastro colposo e getto pericoloso di cose che però erano cadute già nel luglio 2013 in sede di udienza preliminare (gli imputati erano stati assolti perché il fatto non sussiste). L’unica accusa a restare in piedi era appunto quella relativa alla violazione di un articolo della normativa in materia ambientale (per la precisione “attività di gestione di rifiuti non autorizzata”) che era al centro del processo per discarica abusiva.

Secondo il pm, in riferimento alla gestione con finalità di ripristino ambientale dell’impianto “Cava Lavagnin”, i titolari della “Fratelli Baccino Snc” (gestore dell’area fino al subentro della “Ripristini Ambientali Srl”) non avrebbero correttamente smaltito i rifiuti. Così facendo, sempre per l’accusa, nell’ex cava si sarebbe prodotto biogas e di conseguenza i quattro avrebbero realizzato e gestito un impianto “con natura e caratteristiche diverse rispetto” a quanto previsto che, di fatto, era una discarica non autorizzata.

Una tesi che è sempre stata contestata dai gestori dell’ex cava, assisiti dall’avvocato Massimo Badella, che stamattina sono stati prosciolti al termine del dibattimento.

“Non possiamo che essere soddisfatti perché fin dall’inizio ci siamo battuti per dimostrare l’innocenza dei miei assistiti e ora ci siamo riusciti. Dopo che le accuse più gravi erano già cadute davanti al gup abbiamo dimostrato anche l’insussistenza della altre contestazioni” ha commentato l’avvocato Badella.