Savona. “Le dichiarazioni del rappresentante di BIT Savona nella Conferenza stampa di ieri non hanno chiarito i dubbi esposti in sede di commissione consiliare all’amministrazione comunale e ad Autorità portuale. Le criticità relative alla sicurezza e alla salute dei cittadini, al traffico in città, al contrasto tra una attività così impattante e le esigenze di un’economia turistica e culturale, restano tutte senza risposta, aggravate inoltre dall’equivoco persistente sulla natura chimica del bitume: nessuno di noi ha mai pensato che si trattasse di catrame. Il bitume è considerato giustamente un inerte, quando è utilizzato come legante per asfaltature e guaine, ma non è assolutamente inerte quando è fuso”. Dopo le precisazioni dell’azienda sul nuovo progetto del deposito di bitume ecco arrivare la replica del fronte del “no”, un fronte politicamente trasversale.
“Le dichiarazioni di BIT Sv sono in contrasto con quanto previsto dalle grandi aziende internazionali del settore. Le maggiori compagnie che trattano il bitume fuso danno rigidissim prescrizioni per salvaguardare la salute del personale che viene a contatto con tale sostanza che, evidentemente, non è considerata inerte” affermano Daniela Pongiglione, Matteo Debenedetti, Giampiero Aschiero e Carlo Frumento.
“Anche le cifre relative al traffico su gomma di mezzi che trasportano il bitume fuso (3% del traffico totale del porto a detta del rappresentante di BIT Sv) sono poco chiare, perché se il 3% corrisponde a 30 camion, significa che il traffico totale del porto di Savona sarebbe di almeno 1000 camion al giorno. Il che è irreale”.
“Restano molti interrogativi, tra cui l’esatta quantità del contenuto dei depositi: 39 mila tonn. o 54 mila? E poi per quale motivo la Regione, negando la necessità della valutazione di impatto ambientale, ha automaticamente negato che il deposito si trovi in una zona densamente popolata, di interesse turistico, culturale e archeologico, vicina al centro cittadino?”.
“A fronte di tale mancanza di chiarimenti e delle affermazioni delle perizie di parte che sono in contrasto con quanto affermato da relazioni tecniche internazionali e dall’OMS, ribadiamo la necessità che venga effettuata una perizia indipendente, e che vengano richieste la Valutazione di Impatto Ambientale e la Valutazione Ambientale Strategica.
“Inoltre, pur essendo l’intesa della Regione con il Ministero un atto puramente formale, in mancanza di tale atto la pratica ad oggi non può considerarsi conclusa. E quindi invitiamo il Sindaco a prendere delle iniziative in linea con le sue recenti dichiarazioni pubbliche e a intervenire attivamente presso la Regione perché sia negata tale intesa” concludono.
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