Chi vi scrive è uno fra i tanti studenti dell’allora liceo scientifico Giordano Bruno di Albenga, che ha avuto tra i suoi insegnanti Mariangela Gisiano, e che la ricorda con tanto affetto e gratitudine.
Ho letto con tristezza e dispiacere che Mariangela Gisiano è mancata nei giorni scorsi. Un giovane studente del Liceo G. Bruno mi ha segnalato il vostro necrologio stamattina.
Comprendo che non tutti hanno avuto occasione, o dovrei dire la fortuna e l’onore, di conoscere di persona Mariangela Gisiano. Comprendo anche quanto disagio si provi a scrivere necrologi, specie di persone che non si conoscono, perché purtroppo è capitato anche a me di doverne scrivere. Mi permetto di inviare rispettosamente poche righe a chi ha steso il necrologio, che certamente non ha conosciuto Mariangela Gisiano.
Caro amico, tutto quello che scrivi è esatto e corretto. Mariangela Gisiano era in effetti la vedova del preside Claudio Ventimiglia prematuramente venuto a mancare, per quanto io avrei preferito
descriverla come la sua innamoratissima moglie. Non c’è dubbio che sia stata una ottima allieva del liceo classico Giovanni Pascoli di Albenga, per quanto i suoi insegnanti – purtroppo molti di loro già trapassati – me la abbiano piuttosto descritta come collega eccezionale. Mariangela Gisiano, esattamente come scrivi, è sempre stata elegantissima e classica nel vestire; come hai scritto, sua mamma per decenni ha gestito il noto negozio di abbigliamento nel centro di Alassio e Mariangela Gisiano spesso era lei stessa presente in negozio. Mariangela Gisiano era piccoletta di statura, ma non certo di statura morale. Era schiva, ma nulla la intimidiva. Vogliamo anche aggiungere che fumava? Scriverei anche la marca di sigarette, ma temo che mi creerebbe rogne legali. Non sono un avvocato.
Ma io ho capito che tu non la hai conosciuta. Mariangela Gisiano è molto di più di quanto hai scritto. Ha lasciato una marea di scritti e di parole, e, purtroppo, un oceano di cose da dire e da scrivere. Mi vengono i brividi a pensarci. Ha lasciato una enormità sconfinata di cose da dire e da fare, che spero qualcuno tra i suoi studenti (qualcun altro, non io) farà almeno in parte. Ha lasciato un enorme vuoto che niente e nessuno di noi potrà riempire, ha lasciato nelle nostre orecchie e nel nostro ricordo le poesie che leggeva con la sua eccezionale dizione inarrivabile ma soprattutto con una passione senza uguali. Ha lasciato un universo di cose fatte e molti universi in cose da fare. Io non mi permetto di commentare oltre, vista la mia ignoranza abissale in ambito umanistico e letterario, nonostante alcuni bravissimi insegnanti – fra i quali Mariangela Gisiano – abbiano fatto ogni sforzo per arginarla; dunque scriverò solo che ha toccato il cuore di chiunque abbia avuto la fortuna e l’onore di incontrarla. Che sia stato a scuola o nel negozio o magari in spiaggia oppure in coda in banca o all’ospedale, non ha importanza. Lo so per certo, perché mi fermano e mi domandano per strada se ho saputo. Io sapevo che non stava bene, anche se non ho avuto il coraggio di chiamare.
Sono passati soltanto pochi giorni, ma ci manchi già tantissimo. Su questo pianeta disgraziato, adesso siamo un po’ più tristi e un po’ più soli.
Non è necessario che pubblichiate quanto ho scritto, ma vi pregherei di chiedere a qualche collega o studente di integrare il necrologio da voi pubblicato, cosa che sapranno fare molto meglio di me.
Un saluto affettuoso alla figlia Chiara. Alla compianta e rimpianta M.G. dedico soltanto una riga, non mia ma di Allen Ginsberg (traduzione non mia, ma di Fernanda Pivano), se vorrete leggere:
Solo lo scienziato è vero poeta, ci regala la luna, ci promette le stelle, ci farà un nuovo universo se sarà necessario.