Pietra Ligure. “Il maggior bene che possiamo fare agli altri non è comunicare loro la nostra ricchezza, ma rivelare la loro. Dedico questo pensiero di Louis Lavelle ai miei carissimi ragazzini e corsisti per far capire loro quanto valgano ossia quanto ricchi siano indipendentemente dal supporto degli altri”. Così scriveva il 30 dicembre del 2010 sul suo profilo Facebook Alessandra Chiaretta, la 59enne insegnante delle scuole elementari Celesia di Pietra Ligure spentasi questa notte al termine di una lunga malattia. Poche e semplici righe, ma perfettamente in grado di delineare il suo carattere e la sua personalità, il suo amore per l’insegnamento e il suo grande e costante impegno contro i disturbi dell’apprendimento. La sua citazione preferita proveniva dai “Colloqui” di Erasmo da Rotterdam e riguardava ovviamente l’insegnamento: “Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza”.
A testimoniare il suo amore per la professione c’era la varietà e qualità della sua carriera di educatrice: insegnante nella scuola primaria; supporto ai neodocenti e con le scuole del circolo didattico; tutor al personale docente, ai nuovi insegnanti e al personale Ata; esperta nel settore delle tecnologie didattiche; esperta di disturbi specifici di apprendimento e anche responsabile del laboratorio tecnologico didattico “Aiutami a fare da solo” in Finale Ligure.
La sua scomparsa ha gettato nello sconforto il mondo della scuola pietrese e non solo e tanti sono i colleghi che la ricordano con affetto e profonda stima umana e professionale: “Alessandra era sempre sorridente, disponibile, leale e schietta. Aveva un carattere forte e determinato e una grande costanza nell’andare a fondo nelle cose. Aveva la grandissima capacità di vedere il ‘nuovo’ come un’opportunità e condivideva con entusiasmo e generosità le sue conoscenze con tutte noi colleghe”.
Alessandra Chiaretta è stata stata molto attiva nella “lotta” contro i disturbi dell’apprendimento che spesso minano la carriera scolastica e quindi l’esistenza di tanti bambini: nonostante fosse andata in pensione da un anno dopo aver prestato servizio in tantissime scuole del savonese e non solo (Alassio, Loano, Ceriale, Borghetto, Pietra, Finale, Imperia, Arma di Taggia), continuava ad occuparsi dei problemi dei più piccoli con il suo laboratorio “Aiutami a fare da solo”.
“Ha ridato il sorriso e la speranza a molti bambini e ragazzi che arrivavano da lei con la paura di non riuscire nella scuola e la sensazione di essere incapaci – ricordano ancora i colleghi – E’ stata punto di riferimento per tutta la Liguria e per il provveditorato per quanto riguarda la metodologia da utilizzare nei disturbi specifici dell’apprendimento. Ha tenuto collaborazioni con le Università al fine di formare docenti riguardo ai metodi utilizzati per dsa ed ha partecipato in qualità di relatore in diversi convegni in svizzera”.
Un’altra sua collega le vuole dedicare un ricordo particolare: “Sono parole difficili da trovare – spiega – Il guizzo del tuo sguardo di maestra e di donna, il tuo sorriso così comprensivo e al tempo stesso incoraggiante; ogni bambino che ha avuto la fortuna di averti come insegnante, ogni genitore che ha trovato in te supporto, ogni collega che ha trovato in te disponibilità senza confini, ognuno di noi oggi sente un vuoto, sente incredulità. La tua precisione, la tua professionalità, la tua disponibilità infinita ad insegnare agli altri ciò che tu già conoscevi, il tuo sforzo di rendere la scuola migliore, per i bambini e per i genitori. Tutto questo mi sarà di esempio”.
“Una maestra che ha impregnato di sorrisi e speranze tutti quegli alunni che avevano più difficoltà ad imparare, una maestra che si è dedicata totalmente all’inclusione, all’integrazione; una maestra che ha saputo portare, tra le prime in Italia, la tecnologia nel mondo della scuola come supporto dei più deboli. Suoi moltissimi progetti, concorsi vinti, percorsi di formazione per genitori e docenti. Ricordo l’amore con cui preparavi la classe a settembre, riempiendola di cartelloni colorati e frasi di benvenuto, ricordo i tuoi sorrisi nei corridoi e soprattutto la tua capacità di sdrammatizzare, di dare un giusto peso alle cose. Mancherai a tutti Alessandra, anche a chi non ti aveva conosciuto”.
Alessandra era conosciuta anche in Valbormida: il marito, Alessandro Biancucci, è stato fino allo scorso anno il gestore dell’imbarcadero di Osiglia. L’insegnante lascia il marito, il figlio Andrea, di professione pilota, e la nuora Tonia: Alessandra sarebbe diventata nonna il prossimo agosto. I funerali si terranno domani pomeriggio alla chiesa del Soccorso.



