Savona. “Una sconfitta inaspettata in queste dimensioni” che richiede un “momento di riflessione, più che di dichiarazioni e di ‘ciattezo‘”. Vuole prendere tempo per ragionare a bocce ferme e analizzare la situazione con calma, l’assessore del Comune di Savona Luca Martino. Quello che tanti hanno identificato come “il delfino di Raffaella Paita” e che la stessa candidata del centro sinistra aveva indicato come possibile sottosegretario in caso di vittoria, l’amministratore che da solo aveva determinato la vittoria dell’ex assessore alla protezione civile alle primarie del Pd oggi cerca di capire le ragioni della debacle di ieri.
“E’ evidente – osserva Martino – che una proposta di governo (che io continuo a pensare fosse l’unica veramente attrezzata a gestire i drammatici e complessi problemi della regione Liguria) non ha convinto i nostri concittadini e come si suol dire ‘in democrazia i cittadini hanno sempre ragione’. Quindi occorre riflettere sulle motivazioni profonde per cui questa nostra proposta di governo non ha raggiunto l’opinione dei nostri concittadini. Senza cercare alibi, senza dare colpe a nessuno all’infuori di noi, visto che quelli che sono fuori sono avversari politici e non si può chiedere loro di aiutarci a vincere. Al nostro interno credo che vi siano riflessioni da fare e anche responsabilità da assumerci“.
Il risultato savonese, però, non è poi così deludente: “E’ evidente che nel quadro generale la città di Savona e la provincia di Savona hanno avuto risultati meno deludenti, ma non quelli che ci aspettavamo. Bisogna dirlo con estrema nettezza”.
Nel savonese ci sono dei risultati ambivalenti. Da una parte Luigi De Vincenzi e Mauro Righello si sono classificati “primi” tra tutti i candidati consiglieri Pd della regione portandosi a casa più preferenze personali rispetto ai loro colleghi di tutte le altre circoscrizioni liguri. Dall’altra Lorena Rambaudi, assessore uscente, è arrivata “terza” ottenendo molte meno preferenze rispetto ai suoi avversari-colleghi: “Lorena più di Mauro e Luigi era identificata con l’amministrazione regionale uscente e con la proposta di governo di cui abbiamo parlato e che è evidente che non ha incontrato il consenso dei nostro concittadini. In questo senso penso che abbia pagato un prezzo: la sua era la candidatura più politica, più pesante dal punto di vista della responsabilità amministrativa. E’ un suo merito, ovviamente, ma va letto nel suo complesso”.
Quando Raffaella Paita vinse le primarie, Luca Martino fu considerato uno degli artefici di quel successo e ciò forse cambiò qualche equilibrio all’interno del Pd. Ora che è arrivata la sconfitta forse Martino rischia di “perdere terreno”: “Io credo che Lella Paita fosse la persona più adatta a governare la Regione. Tra i due candidati in campo era quello da sostenere e quello che è accaduto dopo lo ha ampiamente dimostrato. Non sono abituato a dare ad altri la responsabilità quando si perde, ma è evidente che vi siano responsabilità pesanti di personalità rilevanti. Cofferati è il primo, ha partecipato alle primarie ed è uscito. Se la domanda è se rifarei quello che ho fatto alle primarie, la risposta è assolutamente sì. Oggi dobbiamo riflettere sul fatto che nella complessità dei nostri cittadini quella proposta non ha convinto. E c’è da tenere conto di un quadro nazionale in cui soffia un vento brutto, di antipolitica, di populismo che come al solito sfocia a destra. Per quanto il risultato di Grillo sia rilevante, non vince ma fa vincere la destra. E per alcuni aspetti una bruttissima destra. E qui mi riferisco alla destra leghista. Il voto di Toti è rassicurante, ma la Lega è al 20 per cento. Noi dobbiamo riflettere sulle ragioni locali che non hanno convinto i liguri”.