Liguria. Dopo la sconfitta di Raffaella Paita il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi è tornato “sul luogo del delitto”, a Genova, per un incontro al Teatro Carlo Felice. Al centro, naturalmente, la pesante sconfitta alle elezioni regionali.
All’arrivo Renzi, ha stretto la mano al sindaco Doria e ha abbracciato l’ex governatore della Regione Liguria Claudio Burlando. “Fuori dal Pd c’è Salvini e il centro destra, non c’è né la coalizione sociale di Landini né Pastorino” ha detto Matteo Renzi.
“Governiamo qualcosa come 17 Regioni, averne di sconfitte così. Fino a poco tempo fa si parlava di una svolta autoritaria, ora hanno tre regioni, lasciamogli almeno quelle”.
“Se abbiamo perso abbiamo sbagliato no e il Pd dovrà farsi carico di riflettere su quanto è accaduto in Liguria perché i cittadini non sbagliano mai, ma il giorno dopo le elezioni non mi sentirete mai dire una parole contro Lella Paita, perché è la candidata che è uscita dalle primarie e la cosa peggiore quando si perde è essere lasciati soli” ha detto il segretario del Pd rispondendo così agli applausi dopo la domanda se la quella di Paita in Liguria non fosse una candidatura sbagliata.
“La discussione è se fare o non fare le primarie – ha detto Renzi – ma quando stai dentro una comunità stai dentro le regole della comunità, sennò sei anarchico”.
“C’è una parte della sinistra – ha ribadito – che si ritiene più sinistra dell’altra che ha come effetto collaterale quello di far vincere la destra”.