Provincia. Ha esordito in occasione della riunione di ieri il nuovo sistema di voto dell’assemblea dei sindaci che ha sostituito il consiglio provinciale. Il peso del voto di ciascun sindaco è calcolato in percentuale sul numero di abitanti della relativa cittadina, quindi per arrivare a conoscere se una pratica è passata o meno occorre letteralmente armarsi di pallottoliere e iniziare a macinare numeri. Un aspetto mai sperimentato prima e che di certo non semplifica il lavoro del consesso guidato dal presidente Monica Giuliano.
“Questa è un’assemblea di sindaci di 69 Comuni con realtà diverse – ricorda il presidente della Provincia – Già è difficile coordinare un consiglio comunale, figuriamoci mettere insieme la discussione (che è stata molto produttiva) e contabilizzare il voto, contare il numero degli abitanti. E’ tutto informatizzato, ma non è una procedura così automatica. La complessità c’è, ma è stata superata dal buonsenso dei sindaci presenti“.
I sindaci dei piccoli Comuni dell’entroterra potrebbero sentirsi “di serie B” di fronte allo strapotere dei loro colleghi dei paesi rivieraschi, che hanno numero maggiori: “Purtroppo la disciplina dell’assemblea dei sindaci si basa sul numero di abitanti. Non è l’aspetto che mi preoccupa di più, perché poi col buonsenso si possono anche superare queste situazioni. Dopo il consiglio c’è sempre il post-consiglio con la discussione del presidente coi sindaci in modo diretto. Perché poi il lavoro che si fa non è dentro il consiglio ma fuori. Quotidianamente si lavora per risolvere i problemi con il buonsenso. Che è quello che manca in questa riforma”.