Savona. “Abbandonati dalle istituzioni e il prefetto di Savona Gerardina Basilicata non ci ha mai voluto incontrare per ascoltare le esigenze di chi come noi rischia il posto di lavoro ed il proprio futuro”. Questo lo sfogo da parte dei lavoratori della Scavo-ter e della P.D.F., le aziende del gruppo Fotia sotto sequestro preventivo e finite nel mirino degli inquirenti per sospetti collegamenti con la criminalità organizzata.
“Noi è dal 2012 – con circa 60 dipendenti – ad oggi che tentiamo un incontro con il Prefetto di Savona per poter parlare della nostra situazione, ma neppure il capo del gabinetto ci ha ricevuti! Ad oggi non siamo stati ascoltati da nessuno, forse per essere realmente ascoltati presi dalla disperazione dovevamo tentare qualche gesto estremo?” dicono i lavoratori.
“Qualcuno ha realmente pensato a noi dipendenti? Visti i contratti già firmati e con l’aiuto di una nuova amministrazione ‘pulita’ eravamo disposti a rimboccarci le maniche in attesa che tutto si chiarisse ma tutelando il nostro posto di lavoro, nessuno delle istituzioni ci ha ascoltato anzi avete preferito pagarci una sorta di stipendio – un contentino dato secondo i vostri comodi – per farci stare a casa” aggiungono ancora.
“Per ‘pagarci’ non era meglio farci lavorare? Forse però la scelta del non farci lavorare era dettata dal fatto che fin dal 9 marzo 2015 l’impresa era destinata a chiudere… Noi dipendenti avevamo profonda fiducia nella giustizia e comprendevamo le necessità di verifiche investigative e i tempi che ne comportano, ma non bisogna pensare anche a noi?” si chiedono i dipendenti delle due aziende.
“Vi siete accorti della crisi economica presente in Italia ormai da qualche anno? Nel settore edile quante persone ci sono in cassa integrazione? Tanti di noi attendono ancora oggi un’occupazione dai licenziamenti del 2013! Chi ancora di noi fa parte dei ‘fortunati’ che ricevono una ‘pagnotta’ – ancora per poco – dall’amministratore giudiziaria, prova quotidianamente a parlare con Lui senza avere risposte!” concludono.