Provincia. Le imprese savonesi sono le più puntuali della regione per quanto riguarda il pagamento dei fornitori. E’ quello che emerge allo Studio Pagamenti realizzato da Cribis D&B, la società del Gruppo CrifF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese liguri nel primo trimestre 2015.
Il sistema dei pagamenti commerciali delle imprese italiane è mutato radicalmente con il perdurare della crisi: nei primi tre mesi del 2015 rimangono stabili i buoni pagatori ma continua ad aumentare il numero di imprese che saldano le fatture con gravi ritardi, un fenomeno oramai consolidato che sta mettendo in difficoltà molti fornitori.
All’interno di questo scenario, nel primo trimestre dell’anno in corso il 34,3 per cento delle imprese liguri ha saldato puntualmente le fatture ai propri fornitori, mentre il 51,4 per cento ha regolato i conti con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e il 14,3 per cento con un ritardo oltre i 30 giorni. La Liguria mostra una performance di pagamento inferiore sia alla media italiana (36,7 per cento di imprese puntuali, 15,7 per cento di imprese oltre i 30 giorni di ritardo), sia a quella del Nord Ovest del Paese (43 per cento di imprese puntuali, 10,2 per cento oltre i 30 giorni di ritardo).
Una situazione in cui si segnala la preoccupante crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dai termini concordati, che dal 2010 ad oggi hanno conosciuto un incremento del 232,6 per cento. Nel contempo, appaiono in calo invece del 12,1 per cento le imprese con ritardi entro 30 giorni dalla scadenza e in diminuzione invece del 7,8 per cento i buoni pagatori. In sintesi, è calata la puntualità in questi ultimi anni mentre sono aumentate notevolmente le imprese con gravi ritardi nei pagamenti commerciali.
Savona risulta la provincia più virtuosa della Liguria con il 37,6 per cento di imprese puntuali nei pagamenti commerciali, seguita da Imperia (34,7 per cento) e Genoa (34 per cento). Chiude la classifica La Spezia, con solo il 30,8 per cento di pagamenti alla scadenza a fronte di un 19,1 per cento di ritardi gravi.
In relazione alle diverse tipologie di dimensione aziendale, la Liguria dimostra un andamento simile rispetto alle dinamiche nazionali. Le micro imprese risultano le più puntuali (36 per cento), seguite dalle piccole (30,6 per cento) e dalle medie (21,1 per cento). Mentre solo l’11,9,9 per cento delle grandi imprese è puntuale nei pagamenti.
Il settore economico che mostra le maggiori criticità è il commercio al dettaglio, punto finale di tutte le filiere: solo il 26,9 per cento delle imprese del comparto è puntuale, mentre il 21,5 per cento salda i fornitori con grave ritardo. Si distinguono in positivo invece i Servizi finanziari con il 50,6 per cento di imprese puntuali, praticamente una su due.
“La Liguria mostra performance di pagamento inferiori alla media Italiana ma allo stesso tempo esibisce dinamiche in linea con quelle rilevate a livello nazionale: la crescita dei ritardi gravi che aveva caratterizzato gli scorsi anni si è fermata, ma non dobbiamo aspettarci che torni ai livelli pre-crisi – commenta Marco Preti, amministratore delegato Cribis D&B – Durante la crisi le aziende hanno vissuto un forte cambiamento nella gestione dei pagamenti e del credito commerciale e ora è possibile tirare le somme di questo nuovo contesto. Da un lato, le aziende operano oggi in un ambiente più complesso e rischioso rispetto al passato: fallimenti più frequenti, maggiore volatilità dell’affidabilità delle controparti, forte rischio di ritardi e insoluti anche dai clienti storici più fidelizzati. Dall’altro, hanno imparato a gestire meglio il credito commerciale, rendendolo un elemento centrale della gestione della clientela”.
La conferma arriva proprio dall’osservatorio privilegiato su migliaia di clienti rappresentato da Cribis D&B: le aziende che hanno raggiunto i migliori risultati sono quelle che hanno affrontato il problema dei ritardi e degli insoluti con un approccio più evoluto e sofisticato, adottando ad esempio un più attento monitoraggio della clientela e differenziando le strategie in funzione della tipologia di clientela. “In altre parole – conclude Preti – le imprese che hanno investito nella gestione del credito commerciale, in procedure, strumenti e persone, possono ora affrontare la ripresa con maggiore sicurezza e fiducia”.