Pietra Ligure. “Questa notte in piazza San Rocco a Pietra 4 ragazzi, a quanto ho capito, sono entrati nel mio ufficio e si sono portati via un iMac e un altro computer di scarso valore”. A raccontare la storia è proprio il derubato, Ettore Esu, titolare dell’agenzia immobiliare Soluzione Casa.
Bottino dei ladri, come detto, due computer di cui uno, quello prodotto da Apple, di indubbio valore economico. Ma a irritare maggiormente il proprietario non è tanto l’aspetto economico, quanto quello lavorativo: entrambe le macchine infatti contenevano molti documenti inerenti l’attività dell’agenzia, ed il danno da questo punto di vista è alto.
E così l’agente immobiliare ha deciso di utilizzare i social network come “segugio”, nella speranza di rintracciare, se non i ladri, almeno l’iMac. Per questa ragione ha postato su Facebook una foto del numero di serie del computer Apple (C02NNH5WF8J2): “Se qualcuno conoscesse, o gli arrivasse alle orecchie, di un Mac in vendita con questi numeri di serie – è l’appello di Ettore – me lo faccia sapere”. A differenza di quanto accade coi PC, infatti, nel mondo Mac si è soliti pubblicare nelle inserzioni di vendita il numero di serie, grazie al quale il potenziale acquirente può risalire a età e caratteristiche della macchina.
Un episodio che purtroppo non è isolato: soltanto una settimana fa a subire un furto identico era stata la proprietaria di una pizzeria di Tovo San Giacomo. Ed anche in quel caso la prima contromossa era stata la pubblicazione del numero di serie su Facebook (W8947HLY5PC): “Questi sono i dati – scriveva Monica Capelli – se qualcuno ve lo propone sappiate che lo rivoglio, ci sono lavori e ricordi di una vita”.
Due episodi identici in pochi giorni, nella stessa zona, e nei quali i ladri hanno sottratto lo stesso tipo di computer (sono entrambi iMac da 21,5 pollici, i più richiesti sul mercato dell’usato). Ed ora c’è chi sospetta non si tratti di un caso: “Non penso siano coincidenze – conferma proprio Monica, la prima derubata – ma credo sia gente che conosce bene i posti e che faccia incetta di computer”. Forse per qualche giorno nel ponente savonese sarà meglio nascondere il logo della “mela”, in attesa di capire chi sono i responsabili di questi furti.