Tirreno power

Chiusura imminente per l’inchiesta sulla centrale? Granero: “Manca il tempo tecnico strettamente necessario”

La Procura dovrebbe notificare a breve ai 47 indagati l'avviso di fine indagine

Procura Savona

Savona. La chiusura dell’inchiesta per disastro ambientale sulla centrale Tirreno Power di Vado Ligure è ormai imminente. Nonostante il massimo riserbo degli inquirenti, la voce secondo cui l’indagine sarebbe in dirittura d’arrivo negli ultimi giorni è diventata sempre più insistente.

Un’indiscrezione che non viene confermata né smentita dalla Procura di Savona. A chi chiede quanto manca per vedere notificato il 415 bis, l’avviso di fine indagini agli indagati, il Procuratore Francantonio Granero si limita a precisare: “il tempo tecnico strettamente necessario”.

Tenendo conto che al sesto piano di palazzo di giustizia, nelle ultime settimane, gli inquirenti hanno lavorato intensamente sul fascicolo relativo a Tirreno Power (e della cosa non ha mai fatto mistero nessuno) è plausibile pensare che la svolta sia ormai imminente. Un’ulteriore conferma arriverebbe anche dai frequenti incontri tra il Procuratore Granero e il sostituto Chiara Maria Paolucci con i pm Daniela Pischetola e Vincenzo Carusi che da loro “erediteranno” il caso Tirreno Power (tra qualche mese infatti il capo dell’ufficio sarà in pensione, mentre la dottoressa Paolucci sarà trasferita a Roma).

Segnali che sembrano lasciare spazio a pochi dubbi: a breve sull’inchiesta verrà scritta la parola fine e le contestazioni mosse ai quarantasette indagati saranno tutte nero su bianco. Nei capi d’imputazione elaborati dagli inquirenti sono finiti nomi eccellenti: si va dai dirigenti dell’azienda (Massimiliano Salvi, Pasquale D’Elia, Emilio Macci, Stefano La Malfa, Gianni Biavaschi, che si sono succeduti negli anni a capo della centrale vadese), agli amministratori e funzionari degli enti locali e regionali (ci sono l’ex Governatore della Liguria Claudio Burlando, gli ex assessori della sua Giunta Claudio Montaldo e Renzo Guccinelli, il dirigente del settore ambiente Gabriella Minervini, ma anche l’ex assessore ed ora europarlamentare Renata Briano, così come i sindaci di Vado e Quiliano) passando anche per i due responsabili dell’Ist di Genova che avevano redatto consulenze sull’impatto ambientale della centrale.

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