Il caso

Cena in casa a 2000 euro, la Fipe di Savona “condanna” il fenomeno dello chef a domicilio

Scoprire feste di compleanno o cene con amici con lezioni di cucina a domicilio è difficile, ma la categoria dichiara guerra perché é concorrenza e si evade il Fisco

chef

Savona. “Mi occuperò personalmente ovviamente della realizzazione delle portate e, su richiesta anche della mis en place, sempre a casa tua, o ovunque sia il tuo domicilio. Rimanendo nel calore e la riservatezza della tua casa lo chef viene a casa tua e prepara il menù della tua serata con i tuoi amici, parenti o colleghi di lavoro“.

I messaggi vengono pubblicizzati su Facebook, ma arrivano anche via WhatsApp o Instagram accompagnati da piatti da leccarsi i baffi. In provincia di Savona “impazza” la moda dello chef a domicilio: il cuoco ai fornelli che prepara dalla cena romantica per due al ricevimento, pranzi di famiglia, cene d’affari su terrazze sotto un cielo di stelle con panorama sul golfo e con vista a mare.

Tutto regolare? “Mica tanto – afferma Fabrizio Fasciolo, presidente provinciale della Fipe, la Federazione pubblici esercizi di Savona – E’ un fenomeno che conosciamo bene e purtroppo ha preso piede anche nel Savonese. Ma bisogna fare attenzione: certi cuochi non sono cuochi, ma si fingono tali. Talvolta si portano dietro anche i ferri del mestiere come bombole, fornelli e altre attrezzature che non hanno alcuna sicurezza e allora possono insorgere altri guai. Tra l’altro sul web trovi anche il “kit” per iniziare il mestiere di chef a domicilio”.

Per Fabrizio Fasciolo “è senza dubbio una situazione che purtroppo è difficile da fermare perché il tam tam è molto spesso sommerso e non pubblicizzato con locandine o altro. Lo fanno con messaggi privati via Facebook o via WhatsApp. Scoprire gli chef a casa è davvero molto complesso. L’associazione di categoria non può far altro che suggerire alla clientela di evitare party a domicilio, ma continuare a rivolgersi presso locali e ristoranti che si conoscono e che sono soprattutto autorizzati”.

La Fipe di Savona condanna il mestiere dello “chef a domicilio” che talvolta viene pubblicizzato anche su canali ad hoc della tv digitale. “Se i tassisti sono furiosi per il servizio offerto da Uber altrettanto lo sono gli chef, stellati e non, che lavorano nei ristoranti della provincia. Quelli si che sono autorizzati a cucinare pesce, crostacei e tagliate di carne. Il resto è solo sommerso e va condannato. Abbiamo saputo di casi di feste di compleanno con personaggi altisonanti che si sono messi in tasca anche 2000 euro per una cena da 50 e più persone. Arrivati con una “squadriglia” di sprovveduti hanno preparato e illustrato piatti. Una lezione di cucina abusiva che non solo alimenta una forma di concorrenza sleale verso i ristoratori, ma anche una grave forma di evasione del fisco. A fine cena hanno incassato e salutato tutti”.

E la Fipe sottolinea che situazioni analoghe si vivono anche con i dj “abusivi”. “Serate a tema n case e ville private a bordo piscina. Arrivano con una valigetta, due casse e due fari colorati. Hanno cd masterizzati pennette con la scaletta mixata già inserita ed il gioco è fatto – dice Fasciolo – Finisce la serata e passano all’incasso: 200-300 euro a botta, al Fisco e alla Siae nemmeno un centesimo dichiarato”.