Analisi

Burlando attacca Cofferati: “Con le Regionali voleva buttare giù Renzi e così ci ha fatto perdere” fotogallery video

Il governatore uscente analizza la sconfitta nella sua ultima conferenza stampa: "La Liguria non è una regione rossa"

Burlando Conferenza Stampa Ultima

Genova. “Quando abbiamo vinto nel 2005 allora lo score era 24 anni centro destra e 11 centro sinistra. Il corpo sociale di questa Regione non è come quello di Emilia e Toscana. Il ponente savonese e imperiese in condizioni normali vanno al centrodestra, così come il Genova Savona e Spezia sono a sinistra e io lo avevo detto che questa Regione è un sismografo ultrasensibile anche di quel che accade al di fuori. La Liguria non è una regione rossa”.

E’ una disamina da deluso e sconfitto (per sua stessa ammissione) ma molto lucida quella effettuata dal “quasi” ex presidente della Regione Claudio Burlando nella conferenza stampa con cui saluta i giornalisti nel day after elettorale, forse il giorno più buio della sua carriera politica, per dire la sua sul perché il centro sinistra ha perso queste elezioni.

“Certamente – ha proseguito Burlando – le elezioni si sono affrontate in un clima completamente diverso da un anno fa quando il neo premier Renzi dopo aver vinto le primarie aveva ottenuto il 40 per cento alle europee. A un anno di distanza la situazione è diversa e, in attesa che le riforme a livello nazionale comincino a sortire i loro effetti, io anche in segreteria nazionale avevo avvertito che prima o poi gli altri si sarebbero riorganizzati”.

Ma anche per Claudio Burlando, come per Raffaella Paita, la colpa è di Cofferati: “Quello che è successo è chiaro: Cofferati sta nel Pd, diventa parlamentare europee, si candida alle primarie, perde, non gli va bene, se ne va e candida Pastorino. Ha anche messo in dubbio la moralità di queste primarie che ha spinto molto questo astensionismo. Cofferati ha interpretato queste regionali come una battaglia contro Renzi. Il primo modo in cui una parte del partito avrebbe potuto muoversi per la sua battaglia contro Renzi era sconfiggere la sua candidata alle primarie. Visto che non ci sono riusciti, hanno scelto il metodo decisamente meno legittimo, vale a dire quello di farci perdere”.

Nessuna autocritica quindi neppure da chi Paita l’ha voluta a tutti i costi: “Potevano candidarsi anche altri alle primarie, non erano mica chiuse. Certo che se chi perde non accetta il risultato e dice di voler fare un nuovo partito è ovvio che si perde”. E ancora: “Non è colpa mia se la candidatura contro Raffaella Paita è stata messa in campo a novembre. Io ho detto due anni fa che non mi candidavo in modo che chiunque ambisse a questa posizione potesse organizzarsi”.

E contesta chi lo accusa di avere scelto lui Paita: “Non è vero, sono due anni che indico pubblicamente i giri che faccio per la Liguria in modo che chi voleva poteva venire con me a conoscere il territorio”.

Ai tanti che provano a capire e a chiedere perché non sono tornati indietro quando hanno capito che la candidata era debole: “Aveva vinto le primarie, cosa dovevamo fare e soprattutto chi avremmo potuto metterci”.

A chi gli chiede se non si senta sconfitto risponde: “Ma certo, quando parlo di sconfitta del Pd è chiaro che parlo soprattutto della mia sconfitta visto che in questi dieci anni sono stato il primo rappresentante, ma difendo il risultato politico del lavoro fatto in questi anni”.

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